L’Italia in Europa “è percepita come governo più stabile perché ha il governo più stabile. Il metro più facile per giudicare la compattezza di una maggioranza è la velocità con cui riesce a lavorare”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla registrazione di ‘5 minuti’ in onda stasera su Rai1. La premier ha anche contestato il clima di pessimismo sul Pnrr. Sulla spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza “siamo a 45 miliardi di euro gia’ spesi ed ora si entra nella fase della spesa vera. Ma i dati fin qui “sono molto buoni”. Ha quindi ridimensionato le analisi di chi parla di spaccatura nella maggioranza sul terzo mandato. “Il terzo mandato non era una cosa inserita nel nostro programma” di governo – ha affermato – in massima serenità ne abbiamo discusso”, ha aggiunto, precisando che “non è una materia che crea problemi al governo, alla maggioranza”. Parlando della riforma del premierato ha negato che si possa ventilare “il rischio di una deriva autoritaria a meno che la Francia sia considerata una nazione autoritaria”.
Un tema che la premier ha affrontato anche nel corso di Porta a Porta: “Noi vogliamo fare governare chi e’ stato scelto dagli italiani, diciamo basta a inciuci, governi tecnici, e chi e’ anti democratico saremmo noi – ha aggiunto la premier -. Vogliamo rimettere la democrazia nelle mani dei cittadini. I racconti della sinistra sono curiosi”. “Quando la riforma del premierato arriverà al referendum, e arriverà al referendum perché la stanno osteggiando perché la temono, avremo un’occasione storica”. “Diranno – ha aggiunto – che è un referendum sul governo, ma non è sul governo è su quello che succede dopo. Non la sto facendo per noi, perché il governo durerà cinque anni, ma perché se non la facciamo noi oggi non la farà nessuno”. Si è detta anche “favorevole al vincolo dei due mandati” per il premier. Credo che la cosa più sensata sia trovare una regola che vale per tutti”, cioè per sindaci e governatori, ha aggiunto.