Manovra, resta il nodo superbonus

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Il dl Aiuti-quater non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale per via delle divergenze tra governo e maggioranza sulla rimodulazione del Superbonus dal 110 al 90 per cento. Ance e Abi, inoltre, sono in allarme sulla cessione dei crediti. «Salvo il pregresso, lo Stato non può continuare a garantire il ritmo del credito d’imposta attuale. Bisogna capire se da parte del sistema bancario arrivi una opportuna proposta», ha chiosato Giorgetti. Un altro problema è la scadenza della presentazione della nota di inizio lavori del 25 novembre per l’accesso al 110% nella formulazione attuale. «Forza Italia chiederà che tale termine slitti di almeno un paio di mesi, consentendo di completare positivamente le pratiche in itinere», ha dichiarato il senatore Pierantonio Zanettin. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha parlato di «ipotesi allo studio» per venire incontro chi si dovesse trovare «in situazioni di indigenza», soprattutto nel caso dei condomini, ventilando la «creazione di un fondo, che possa integrare» anche il 10% restante tra il Superbonus «riformato» e il rimborso totale della spesa. Il Censis, in uno studio realizzato in collaborazione con Harley&Dikkinson, ha infine stimato che «i 55 miliardi di euro di investimenti certificati dall’Enea per il periodo compreso tra agosto 2020 e ottobre 2022 legati all’utilizzo del Superbonus» hanno avuto un effetto sul Pil per «un totale di almeno 115 miliardi».

Sulla legge di Bilancio la discussione sarà altrettanto complessa. Per il momento, il focus è sull’incremento delle entrate. Il piano è aumentare il contributo straordinario della tassa sugli extraprofitti (ieri il tar del Lazio ha bocciato i ricorsi delle utility) dal 25% al 33%, misurando l’extraprofitto sull’utile. Finora l’incasso è stato inferiore alle attese (1,6 miliardi su La speranza, inoltre, è riuscire a utilizzare 5-7 miliardi dei fondi di coesione Ue non spesi tra 2014 e 2020, mentre anche la tregua fiscale avrà una parte importante. Oltre alla rottamazione delle cartelle fino a 1.000 euro e al dimezzamento di quelle tra 1.000 e 3mila euro, si pensa alla rateizzazione lunga con mini-sanzione del 5% per gli altri avvisi. Tra le ipotesi allo studio anche una nuova voluntary disclosure sui beni detenuti all’estero e non dichiarati estesa alle criptovalute. Aumentando le risorse (21 miliardi sono già impegnati sull’energia) si potrà pensare ad aumentare il taglio del cuneo fiscale oltre la conferma del 2%, come chiesto da Confindustria. Si potrà pensare all’eliminazione di sugar e plastic tax, come promesso da Giorgio Mulè (Fi) e, infine, si potrà anche intervenire sull’abbassamento delle tasse considerato che la flat tax, per ora, sarà riservata agli autonomi.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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