Fine della campagna elettorale più anomala della storia: si vota per il nuovo governatore, ma anche a Giugliano, Mugnano, Calvizzano

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Fine dei giochi, fine delle chiacchiere. La campagna elettorale più corta della storia, segnata inevitabilmente dalle vicissitudini legate al Covid, va in archivio. Domani e lunedì si vota per il rinnovo del Consiglio regionale (e per il nuovo presidente della Regione) e di numerosi consigli comunali della provincia. Test importantissimo nella città di Giugliano, la terza della Campania per numero di abitanti, dove si preannuncia un ballottaggio tra Nicola Pirozzi (Pd-5 Stelle) e G. Pietro Maisto (centrodestra), con l’ex sindaco Antonio Poziello che potrebbe soffiare il posto a uno dei due.

Si vota anche a Mugnano, dove il sindaco uscente Luigi Sarnataro sfida il meloniano Gennaro Ruggiero, il 5 Stelle Fausto Agnano e l’esponente dell’Altra Mugnano Romina Imperatore. Sarnataro punta alla vittoria al primo turno, ma Ruggiero o Agnano potrebbero costringerlo ai tempi supplementari.

A Calvizzano sfida a tre tra un altro ex sindaco, Giacomo Pirozzi, l’outsider Oscar Pisani e l’ex assessore Giuseppe Santopaolo. Niente doppio turno, vince chi ottiene un voto in più rispetto agli altri al primo turno.

Sfida con esito definito da molti scontato in Regione: De Luca è in vantaggio nei sondaggi pubblicati nei giorni scorsi rispetto a Stefano Caldoro, candidato presidente del centrodestra. Segue Valeria Ciarambino del M5s.

Si vota anche in tante altre regioni italiane: Toscana, Puglia, Val D’Aosta, Veneto, Marche e Liguria. Il centrodestra, nei sondaggi pre-silenzio elettorale, era in vantaggio in diverse regioni. Il Pd e il M5s si giocano molto in questa partita, che potrebbe avere ripercussioni anche per la tenuta del governo. I grillini, sempre secondo i vecchi sondaggi, sarebbero in caduta libera, ma una probabile vittoria al referendum potrebbe dare al Movimento quel po’ di ossigeno per respingere eventuali e ulteriori polemiche e attacchi.

E’ stata una campagna elettorale anomala. Brutta sotto tutti i punti di vista. Poca politica, poche idee, molte accuse (spesso sul piano personale), molto fervore ideologico e poco altro. In Campania De Luca è sostenuto da una miriade di liste e tanti candidati eterogenei per storie personali e politiche; Caldoro, ottenuto un repulisti in Forza Italia, si presenta invece con lo schema classico del centrodestra: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc.

In provincia di Napoli, tra regionali e comunali, è in campo un esercito di candidati: volti notissimi e meno noti: indagati, rinviati a giudizio, ras della prima e della seconda Repubblica. La lista dei cattolici impegnati nel sociale (ma senza la benedizione di Sepe), i mastelliani, i pomiciniani, i demitiani, gli ex cesariani e cosentiniani. Pochi saranno gli eletti, tantissimi i delusi. Il voto, dalle nostre parti, sarà (come sempre) essenzialmente di natura clientelare e familiare. Idee, programmi contano poco, anzi contano, ma incidono poco. La Campania, i comuni della provincia di Napoli, sono degli eterni incompiuti. A Giugliano di ambiente, bonifiche e rifiuti se ne parla da almeno 20 anni. La coscienza civica è cresciuta, ma i risultati (pratici) sono ancora insufficienti. Negli altri comuni ci sono state in questi anni discrete esperienze amministrative, in altre, vedi la realtà di Calvizzano, si è reduci da uno scioglimento per camorra. I papabili sindaci promettono impegno, rinnovamento e trasparenza. Ma anche queste sono chiacchiere che ascoltiamo da almeno 25-30 anni.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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