Di Maio: “Primo interlocutore il Pd”, poi la precisazione. Il primo interlocutore del M5s «è sicuramente il Pd con l’attuale segretario e con le persone che in questi anni hanno lavorato bene. Noi non abbiamo mai detto che sono tutti uguali: molti di noi hanno espresso apprezzamenti per l’operato all’Agricoltura di Martina e per Minniti e Franceschini». Lo ha detto a Di Martedì il candidato premier M5s Luigi Di Maio. «Il Pd – continua – deve scegliere se continuare a seguire la linea di Renzi che per fare un dispetto a me e al M5s fa un dispetto al Paese». Lega e Pd sono alla pari per i 5 stelle, lo precisano fonti del movimento interpretando le dichiarazioni fatte dal leader Luigi Di Maio questa sera in diverse occasioni pubbliche e alla trasmissione «Di Martedì» de La7.
Di Maio: «Io premier è rispetto». Con che faccia si torna sul territorio per dire «ci siamo sbagliati, il candidato premier è un altro», dopo che abbiamo preso il 32%? È una questione di rispetto e continuità con quanto detto in campagna elettorale. Questo il senso di uno dei passaggi del discorso pronunciato nel corso dell’assemblea congiunta M5S dal leader Luigi Di Maio, il quale ha ribadito di non essere disposto a fare passi indietro sulla premiership.
Ira Forza Italia. «Di Maio dimostra scarsissima cultura istituzionale perché Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni da lui essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini». Lo dice la capogruppo Fi alla Camera Maria Stella Gelmini. «Siamo noi indisponibili a fare un governo con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori gli hanno attribuito», ha aggiunto.
Salvini dice no a veti. «A differenza dei 5Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo con il Pdf. bocciato dagli italiani». A dirlo in una nota è il segretario della Lega, Matteo Salvini, che sembra così rispondere alle aperture dei 5 Stelle nei confronti dei Dem. «La coalizione che ha preso più voti – ribadisce Salvini – è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5Stelle ma senza subire veti o imposizioni. Col presidente Mattarella parleremo di progetti, di lavoro, pensioni e sicurezza, pronti a governare ma senza escludere di tornare a votare in mancanza di accordi chiari, che ci permettano di far ripartire l’Italia».
Martina: «No a giochetti». «Caro Luigi Di Maio, noi non ci prestiamo a questi giochetti: chi tenta di dividere il Pd non ci riuscirà». Lo scrive su Twitter il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, dopo la proposta del capo dei Cinque stelle ai Dem.
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