Meno tasse sulle tredicesime, la busta paga sarà più ricca

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Una tredicesima più “ricca”, in virtù di una riduzione della pressione fiscale. Un “sogno” per milioni di italiani a partire dal prossimo anno. Tre le misure che potrebbero trovare spazio nella nuova manovra economica c’è anche l’intervento per ridurre la tassazione sulla tredicisime mensilità, una proposta “spinta” anche dal segretario di Forza Italia, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Tredicesima detassata, le ipotesi nella manovra

Come detto, il governo sta valutando diverse opzioni per la legge di bilancio 2026, con un pacchetto complessivo da circa 16 miliardi di euro che ridisegna il prelievo sui redditi da lavoro. Tra le opzioni allo studio figurano sia una totale esenzione dall’Irpef, sia l’applicazione di un’imposta sostitutiva agevolata, modellata sull’aliquota ridotta del 10% già prevista per i premi di produttività. Ovviamente siamo ancora nel campo delle ipotesi, in attesa di capire quale sarà la struttura della manovra e i fondi a disposizione.

Ricordiamo che la tredicesima, la mensilità aggiuntiva solitamente erogata a fine anno, spetta ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che in quello privato. L’importo, che di norma è simile a quello della busta paga, viene tassato come un normale stipendio e non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente, poiché tali agevolazioni vengono già distribuite nel corso dell’anno, in misura pari a un dodicesimo al mese.

Come funziona l’attuale tassazione

L’importo viene determinato dividendo la retribuzione lorda annuale in tredici quote: 12 corrispondono agli stipendi mensili e la tredicesima rappresenta appunto la gratifica di fine anno. Di fatto, la tredicesima è più tassata rispetto alle altre mensilità, a cominciare dall’Irpef, che nel 2025 è divisa in tre scaglioni, il 23%, il 35% e il 43%. A queste aliquote si sommano i contributi previdenziali a carico del dipendente, che ammontano mediamente al 9,19% della retribuzione lorda.

Passando alla proposta di Tajani, al momento sono due le ipotesi in fase di valutazione. La prima prevede l’esenzione completa dall’Irpef, mentre la seconda contempla l’applicazione di una flat tax ridotta, al 5% o al 10%, al posto dell’aliquota Irpef ordinaria (che va dal 23% al 43% in base allo scaglione di riferimento). Il modello ricalcherebbe quello già in vigore per i premi di produttività, tassati al 5% per importi fino a 3.000 euro sui redditi che non superano gli 80.000 euro.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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