La resa dei conti è ormai imminente. Scissione? “Non vedo questo rischio”. Il leader M5s, Giuseppe Conte, liquida così in una intervista a Repubblica l’ipotesi che lo scontro nel suo movimento arrivi a conseguenze estreme. “Abbiamo avviato un processo costituente inarrestabile” spiega. Ma ormai la tensione è davvero alle stelle. Quanto alla reazione di Beppe Grillo, Conte ricorda che “ha assunto precisi impegni contrattuali che lo obbligano a non sollevare mai questioni sull’utilizzo del simbolo da parte del Movimento, che peraltro è già stato modificato più volte ed è registrato a nome dell’associazione del Movimento 5 Stelle e non di singole persone”.
Il presidente M5s assicura che l’idea di voler fare un partito personale è “una sonora sciocchezza. Non ricordo che in passato sia mai stata fatta una costituente dal basso con piena libertà di defenestrare anche il leader o approvare indirizzi da lui non condivisi”. E sul doppio mandato spiega che “è in atto da tempo una discussione che ha già comportato, prima che io arrivassi alla guida del M5S, una modifica della regola. Non voglio in alcun modo condizionarne l’esito, mi limito a registrare che soprattutto in alcune tornate amministrative la regola rischia di svantaggiarci”. Infine le alleanze, bene una convergenza nel centrosinistra (ma “campo largo è una formula giornalistica che non significa nulla. A me interessa costruire un’alternativa seria a Meloni”) ma stop a Matteo Renzi: “In tanti mi fermano per strada e mi implorano di non imbarcare Renzi”. Infine le elezioni americane e chi vede in Trump una minaccia: “Non condivido, la libera scelta dei cittadini non è mai una minaccia per la democrazia. Anche in Italia è un argomento che non ho mai usato contro Meloni”. Dunque tra Harris e Trump, il M5s “come forza alternativa a Meloni per il governo del Paese, dovremo dialogare con qualunque presidente sarà eletto dai cittadini americani”.