Al ‘Cardarelli’ di Napoli tre trapianti di fegato in tre giorni

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Hanno 50, 55 e 61 anni e sono tutti uomini i pazienti su cui la scorsa settimana è stato effettuato un trapianto di fegato presso il Cardarelli nelle giornate del 31 luglio, 1° e 2 agosto.Con questi ultimi interventi i trapianti di fegato effettuati presso l’ospedale napoletano da inizio anno sono complessivamente 29.

Nel 2023 i trapianti di fegato effettuati complessivamente al Cardarelli erano stati 51.
Due dei pazienti sottoposti agli interventi presentavano gravi neoplasie non operabili; il trapianto permetterà loro di avere nuove aspettative di vita, senza doversi sottoporre a nuove terapie oncologiche. Il terzo paziente era affetto da una grave epatopatia terminale, il suo fegato non riusciva più a garantire la funzionalità necessaria per la sopravvivenza; anche in questo caso l’indicazione del trapianto era funzionale a garantire la vita. “I trapianti sono una procedura chirurgica e medica estremamente complessa che richiede altissime competenze e modelli organizzativi efficienti. Per fare trapianti – dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’Aorn A. Cardarelli – però non basta avere una sanità efficiente, è fondamentale che vi siano sempre più cittadini disponibili a donare i propri organi. La speranza di vita degli altri dipende anche dalla nostra capacità di donare speranza, invito tutti ad effettuare le dichiarazioni di donazione dei propri organi e ringrazio le equipe del Cardarelli che hanno lavorato in modo incessante per tre giorni di seguito per garantire questo risultato straordinario.” Attualmente, oltre 70 pazienti sono in attesa di un organo.
Il Centro Trapianti dell’Ospedale Cardarelli svolge un ruolo fondamentale nella gestione dell’epatocarcinoma e partecipa ai Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM) di tutta la regione, contribuendo alla diagnosi e al trattamento di questa patologia.
“L’intervento di trapianto di fegato è una procedura molto complessa che può durare dalle 4 alle 14 ore. Sostituire il fegato significa togliere l’organo ammalato conservandone i vasi sanguigni per poterli “cucire” (suturare) a quelli del fegato proveniente dal donatore. Tutto ciò – spiega Giovanni Vennarecci, direttore dell’Unità di chirurgia epatobiliare e trapianto di fegato – nel tempo più breve possibile, al fine di ridurre i danni procurati all’organo dall’assenza prolungata di sangue. Si tratta di una procedura molto impegnativa per l’equipe che effettua l’intervento, realizzarne tre in tre giorni significa mantenere una concentrazione altissima per 72 ore di seguito.” Tra le difficoltà che hanno dovuto affrontare le equipe vi è stata anche la grave carenza di sangue registrata in questo periodo; i trapianti di fegato, infatti, possono richiedere diverse trasfusioni, un singolo trapianto può richiedere anche due litri di sangue. “Le ore successive al trapianto, quando il paziente è in Terapia Intensiva, sono estremamente delicate. L’attenzione delle equipe di medici e infermieri è altissima per monitorare in tempo reale ogni parametro vitale; in quelle ore si percepisce che ogni trapianto è il risultato di un vero lavoro di squadra. Ringrazio tutta l’equipe che ha lavorato in modo ininterrotto per tante ore per ottenere questo splendido risultato”, aggiunge Giuseppe De Simone, direttore dell’Unità terapia intensiva fegato.
L’invito dell’ospedale è quello di esprimere il consenso alla donazione degli organi presso i Comuni, al momento del rinnovo della Carta di identità o presso gli sportelli Amico Trapianti.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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