Il Tar ha accolto il ricorso dei medici del Comitato Cura Domiciliare, disponendo l’annullamento delle linee guida dell’Aifa che erano state diffuse dal ministero della Salute “nella parte in cui, anziché dare indicazioni valide sulle terapie da adottare a domicilio, prevedono un lungo elenco di terapie da non adottare, divieto che non corrisponde all’esperienza diretta maturata dai ricorrenti”. Nello specifico, il Tar ribalta la parte di circolare che prevede, nei primi giorni di malattia, una “vigilante attesa e somministrazione di fans e paracetamolo e di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati per i pazienti affetti da Covid”.
Secondo il Tar, il contenuto della nota ministeriale “contrasta con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale imponendo, anzi impedendo, l’utilizzo di terapie eventualmnente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid-19 come avviene per ogni attività terapeutica”.
In soldoni: il Tar “libera” i medici dalle stringenti linee guida del ministro della Salute, Roberto Speranza, e dà loro facoltà di curare i pazienti nel modo in cui ritengono più opportuno.