Ucciso da un male incurabile che l’ha divorato in pochi mesi, si è spento nella prima serata di ieri nella località protetta in cui aveva recentemente ottenuto gli arresti domiciliari. Luigi Cimmino, storico boss della mala dell’area collinare di Napoli, è morto a causa di un tumore che non gli ha lasciato possibilità di scampo.
Il ras di salita Arenella non ha però portato con sé i segreti di oltre trent’anni vissuti ai vertici della criminalità organizzata: dalla primavera del 2022, poco dopo l’ultimo maxi-blitz che ha decapitato il clan Cimmino-Caiazzo, aveva iniziato a collaborare con la giustizia fornendo agli inquirenti della Procura di Napoli, all’epoca guidata da Giovanni Melillo e oggi da Nicola Gratteri, importanti spunti investigativi confluiti poi in nuove ordinanze di custodia cautelare.
Luigi Cimmino, che aveva compiuto 64 anni lo scorso 15 marzo, era considera come l’indiscusso ras degli ospedali. Era lui, insieme ad alcuni esponenti di spicco dei clan Lo Russo e Licciardi, a tenere le redini degli appalti in ambito sanitario: indicava le ditte e quando non lo faceva aveva comunque la forza di imporre estorsioni a cinque e sei zeri.
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