Tra mistificazione della realtà, non verità e pressioni indirette: alcuni esponenti politici del territorio stanno provando a condizionare il lavoro della commissione d’accesso agli atti, che deve vagliare in serenità se ci sono elementi di condizionamento mafioso nella sfera amministrativa del Comune di Marano.
Si leggono cose assurde. Qualcuno continua a ripetere la storiella che dimissioni di massa sono equiparabili a quelle date, dieci anni fa, dall’ex sindaco Liccardo, anch’egli sciolto. Si tratta, nella fattispecie, di ipotesi molti diversa. Le dimissioni entro la fine di febbraio consentirebbero a Marano (non di salvarsi) ma di avere una misera chance. Tali dimissioni consentirebbero alla città di tornare al voto in primavera e, solo in presenza di nuova compagine amministrativa, gli organi competenti potrebbero optare per il non scioglimento. E’ una ipotesi remotissima, ma è l’unica, forse, possibile per salvare l’ente dal quinto scioglimento. Senza questo tentativo, il Comune sarà commissariato, per mafia, al 99,9 per cento, perché certe vicende politiche, certi sostegni e certe situazioni sul fronte degli appalti, delle antimafia e di certi affidamenti sono chiarissime.
Ci sono poi alcuni partiti locali che si lanciano in comunicati stampa di solidarietà al sindaco in carica, senza tener presente che, al loro interno, ci sono autorevoli esponenti che la pensano diversamente. Ci sono almeno due partiti, poi, che hanno un dibattito all’interno aperto, ma che invece escono con linee univoche sulla vicenda, silenziando alcuni consiglieri. Grave anche questo.
P.s. Marano non è Bari, non esiste alcuna possibilità di sciogliere solo determinati settori dell’ente e non l’intero municipio. Informatevi bene, prima di scrivere altre inesattezze.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews