L’ufficiale giudiziario si è recato oggi presso la scuola di San Rocco oggetto di procedura di sfratto. Come anticipato giorni fa da Terranostranews, il funzionario del tribunale ha concesso qualche altra settimana di tempo alle parti in causa – Comune di Marano e famiglia D’Ambra – per addivenire a un accordo, sottolineando che il giorno 3 gennaio – se non ci saranno ulteriori novità di rilievo – lo sgombero sarà eseguito e con l’ausilio della forza pubblica. Il 3 gennaio, gli studenti non saranno in aula poiché ancora a riposo per le festività natalizie.
Cosa è accaduto e cosa potrebbe accadere?
La questione sul tavolo, al netto della disinformazione operata da qualche consigliere comunale, è chiara: non è una questione economica, di fitto da versare ai D’Ambra. Il problema reale è rappresentato dai lavori che dovranno necessariamente essere eseguiti nell’edificio, che non è una scuola e che quindi ha necessità di essere adeguato a determinate caratteristiche urbanistiche. Chi sosterrà quei costi? I D’Ambra, naturalmente, non ne vogliono sapere perché altrimenti i guadagni dei fitti se ne andrebbero, in pratica, per quelle operazioni. Il Comune, dal canto suo, non ha mai chiarito se il dirigente dell’area tecnica che segue il caso darà l’ok per l’utilizzo dell’edificio senza i preventivi lavori di adeguamento. Lavori che, secondo alcuni, si aggirerebbero su un costo di circa 100mila euro; secondo altri, facendoli un po’ all’acqua di rose o con l’indispensabile, sui 30mila euro. Non è questione di poco conto, quest’ultima: è il vero nocciolo della questione.
Altri fattori da tenere in considerazione, in vista del 3 gennaio?
Le pressioni che ogni giorno vengono esercitate sui privati e anche, in taluni casi, sull’ufficiale giudiziario. Pressioni che si esercitano in tanti modi e che potrebbero, prima o poi, far capitolare i D’Ambra, che nei giorni scorsi a più riprese hanno chiarito i contorni della questione e attaccato il sindaco Morra, reo di essersi fatto piovere addosso e di aver annunciato accordi che in realtà non c’erano ancora. La storia di Marano, però, insegna che “partita finisce quando arbitro fischia” e che determinati ambienti e settori (anche politici, con la complicità di esponenti della minoranza che stanno lavorando per Morra) possono spesso ribaltare i tavoli.
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