Il Comune di Marano si avvia verso il quarto scioglimento per mafia nel giro di 29 anni. Dalla finta opposizione nemmeno un commento sulla vicenda

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Marano si avvia verso il quarto scioglimento per camorra e ad eguagliare un altro record (negativo). L’ente cittadino, al termine delle verifiche ispettive disposte dalla prefettura, potrebbe ritrovarsi in compagnia di un altro comune con il record di scioglimenti: il municipio calabrese di Platì, sciolto per l’appunto quattro volte.

La commissione d’accesso agli atti inviata dalla prefettura si è già insediata in municipio. Sarà compito del viceprefetto Roberto Esposito, del funzionario dell’ufficio antimafia dell’autorità territoriale di governo Salvatore Carli (uomo esperto di interdittive antimafia già operante nel comune di Sant’Antimo sciolto mesi fa) e del capitano Luca Battistelli, in forza al comando provinciale dei carabinieri, spulciare tra gli atti amministrativi degli ultimi anni e capire se la gestione dell’ente cittadino, da due anni guidato da Rodolfo Visconti, sia stata in qualche modo condizionata dalla criminalità organizzativa.

Il lavoro dei commissari durerà tre mesi, rinnovabili per altri tre nel caso occorresse un supplemento di indagini. Al termine dell’iter, gli ispettori stileranno una relazione che sarà vagliata dal prefetto Marco Valentini e sottoposta al Ministro dell’Interno. L’eventuale scioglimento del municipio – sarebbe il quarto nell’arco di 29 anni – sarà decretato dal Consiglio dei ministri su proposta del Presidente del Consiglio.

Il fantasma dell’ennesimo scioglimento, insomma, aleggia nuovamente sul Comune di Marano, già reduce da un lungo periodo di commissariamento. Prima dell’avvento di Visconti, l’ente comunale fu infatti guidato da una triade commissariale, in sella dalla fine del 2016 all’ottobre del 2018.

I commissari, arrivati a Marano poco dopo le 10 di ieri, hanno già formalizzato una serie di richieste: atti relativi ad appalti, beni confiscati, concessioni edilizie, pratiche commerciali e informazioni sulla compagine di giunta e del civico consesso. E’ ipotizzabile che gli ispettori della prefettura focalizzino il loro lavoro su sei-sette filoni. Di cose da verificare ce ne sono molte: il caso Pip, già da anni al centro di un’inchiesta della Dda, l’immobile acquisito alla famiglia Polverino con un iter durato circa 27 anni, per il quale proprio di recente c’è stato un pronunciamento del Tar che sconfessa l’operato del Comune; l’appalto con la ditta Tekra (igiene urbana); le parentele scomode (in consiglio comunale siedono diversi familiari di pregiudicati e boss); la vicenda della struttura che ospita la Garden House (la scuola abusiva realizzata dai palazzinari di camorra) e, infine, gli sversamenti di liquami di via Corree di Sotto e qualche affidamento di incarico più che sospetto. Ma c’è tanto altro da analizzare.

Del possibile arrivo di una commissione d’accesso agli atti in municipio Terranostranews scriveva da diverse settimane, anzi mesi, ma come spesso accade la classe (si fa per dire) politica ha fatto orecchie da mercante. Pessima l’opposizione cittadina, palesemente finta come abbiamo sempre sostenuto. Nemmeno un comunicato per commentare l’accaduto. Gli unici che hanno detto qualcosa sono stati il deputato Andrea Caso e il meet up 5 Stelle, quest’ultimi con una nota che, come al solito, non fa altro che incensare il loro rappresentante. Mai una volta che dessero meriti a chi meriti li ha avuti per davvero nello scoperchiare (per l’ennesima volta) il vaso di Pandora. Non una parola, naturalmente, dai consiglieri di minoranza e non una parola dalla Lega.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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