Lavoratori del centro unico di prenotazione sul piede di guerra. «La Asl ha indetto una gara per il rinnovo del servizio di supporto del CUP aziendale – si legge in una nota -. Ebbene, dopo tutto il tempo a disposizione, a nostro dire mal speso, hanno prodotto un capitolato tecnico vergognoso che nulla a che fare con il contratto nazionale dei metalmeccanici attualmente applicato ai dipendenti delle aziende che svolgono le prestazioni, con una logica fuori da ogni regola, giocando a ribasso sulla pelle dei lavoratori. Ciò in seguito alla scadenza dei contratti con le attuali sociètà appaltanti, già in proroga dallo scorso ottobre 2017 e che detengono questa ultima gara di appalto dal luglio 2013. Le suddette società, 3 per la precisione, costituiscono una ATI (associazione temporanea di imprese) di cui una capolista maggioritaria.

La stessa Asl ha chiesto ai dirigenti aziendali di formare personale interno che possa sostituire quello in essere, ovviando e non dando conto al numero già esiguo esistente, datato e poco affine alle necessità che il lavoro stesso richiede date le competenze, l’età, le limitazioni fisiche, creando non pochi disagi all’utenza ed al personale stesso costretto a formarsi per ‘ordini maggiori’ e non ponendosi alcun problema circa il futuro dei 50 dipendenti che tutti in giorni, da 20 anni e più, lavorano in trincea senza avere mai una stabilità lavorativa e senza volersi pronunciare per una loro eventuale assunzione -stabilizzazione interna, così come successo in altre province. Vogliono risparmiare ma sulla pelle degli altri, mentre gli sprechi altrove ci sono stati, e non pochi.Tuttavia nessuna garanzia, solo tante aspettative, e molta paura per chi, stanco di essere un numero, vorrebbe recuperare almeno la dignità di lavoratore, che ingiustificatamente gli stanno negando».

Nota stampa

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