Un ulteriore capitolo di grave irregolarità amministrativa emerge dalla relazione della Commissione d’accesso – riportata in estratto nel documento che il Ministro ha allegato al D.P.R. – che ha portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Marano di Napoli.
Diversi amministratori comunali avrebbero reso dichiarazioni mendaci in sede di convalida dell’elezione, occultando la propria posizione debitoria nei confronti dell’Ente.
Il documento ministeriale parla espressamente di “false attestazioni rese da alcuni consiglieri comunali circa l’assenza di cause di incompatibilità di cui all’articolo 63, comma 1, n. 6, del TUEL”, che riguarda i casi di debiti liquidi ed esigibili verso il Comune per imposte, tasse o tributi non versati.
In sostanza, alcuni eletti – scrive la relazione – avrebbero dichiarato di non avere pendenze con l’amministrazione, pur risultando morosi per il mancato pagamento di IMU, TARI, canoni idrici o sanzioni amministrative già notificate prima della sottoscrizione dell’autodichiarazione.
La Commissione d’accesso – riferisce il Ministro – definisce la vicenda come un indice inequivocabile di scarsa affidabilità e di assenza di trasparenza da parte degli amministratori, aggiungendo che “l’esistenza di posizioni debitorie, taciute in sede di convalida, avrebbe dovuto impedire la loro elezione e permanenza in carica”.
A rendere la situazione ancora più grave è la mancanza di controlli interni: nessuno, negli uffici comunali, avrebbe verificato la veridicità delle dichiarazioni rese, né sollevato eccezioni di incompatibilità, determinando – secondo il Ministero – “l’inefficacia dei meccanismi di garanzia e la complicità di un sistema amministrativo privo di ogni funzione di vigilanza”.
La relazione conclude che tali episodi non rappresentano mere irregolarità formali, ma “una manifestazione concreta di mala gestio e di scarsa legalità dell’azione amministrativa”, rivelando un’amministrazione permeata da interessi personali, incapacità di controllo e totale perdita di credibilità istituzionale.
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