Giugliano e dintorni soffocano ancora: roghi, fumi e il silenzio sui campi Rom

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Un’altra nube nera, densa, irrespirabile. Un’altra giornata in cui i cittadini di Giugliano, Qualiano e delle zone industriali circostanti si sono ritrovati a barricarsi in casa, a finestre chiuse, con l’odore acre del bruciato che penetra ovunque. È successo ieri pomeriggio, ancora una volta nei pressi del campo Rom tra Giugliano e la zona ASI, una delle tante aree grigie del nostro territorio dove lo Stato sembra aver appeso da tempo il cartello “assente”.

I residenti hanno documentato tutto: video, foto, denunce sui social, chiamate alle autorità. Ma la sensazione è sempre la stessa: l’impotenza. La nube era visibile a chilometri di distanza, le segnalazioni si sono moltiplicate. E insieme alla paura per l’aria tossica, è riesplosa anche la rabbia per una situazione che da anni resta irrisolta: quella dei campi Rom non regolari, spesso abusivi, dove si brucia di tutto, ogni giorno, tra l’indifferenza generale.

Il rogo di ieri ha riportato al centro dell’attenzione il tema della diossina, uno dei veleni più pericolosi per la salute umana. E non è un caso che ad alzare la voce sia stata ancora una volta l’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, con il suo portavoce Manuel Ruggiero: «Non c’è più tempo da perdere. Servono controlli, bonifiche, soluzioni strutturali. La salute dei cittadini non può continuare a essere sacrificata».

Un’emergenza che non fa più notizia

Eppure, è tutto già visto, tutto già detto. Basta tornare indietro di pochi mesi — o anni — per ritrovare lo stesso copione: roghi nei pressi dei campi Rom, cittadini esasperati, promesse istituzionali mai mantenute, e poi di nuovo il silenzio. La zona ASI di Giugliano, a due passi da Qualiano, è diventata terra di nessuno, simbolo del fallimento di tutte le amministrazioni che si sono alternate in questi anni.

I campi vengono sgomberati, e poi ricostruiti. Le baracche cambiano forma, ma non spariscono. I rifiuti continuano a essere accumulati, bruciati, e disperdono nell’aria cocktail velenosi. E intanto i bambini respirano. Gli anziani respirano. Tutti respirano ciò che non dovrebbero. E muoiono di ciò che non sanno. O che preferiscono non sapere.

Dove Sono le soluzioni?

Ora c’è un nuovo sindaco a Giugliano. Un nuovo inizio, si dice sempre così. Ma è tempo che la politica locale esca dall’ambiguità: i campi Rom abusivi sono una bomba ambientale e sociale che va disinnescata. Non si tratta di razzismo, ma di tutela della legalità, dell’ambiente e della salute pubblica.

Servono interventi strutturali, piani di bonifica, controlli costanti, ma anche — e soprattutto — una linea chiara sul futuro di queste aree. Chi ci vive, chi ci brucia rifiuti, chi ci guadagna, deve sapere che la tolleranza è finita. Altrimenti, ogni nuova nube sarà solo l’ennesima conferma che qui, tra Giugliano e Qualiano, Villaricca la legge è un’opinione. E lo Stato, un miraggio.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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