La protesta a Caivano guidata dalla pasionaria con la villa in stile Casamonica

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La bella vita, la vita dorata della pasionaria del Parco Verde, ovvero Rita Bellezza. È da giorni che imperversa sui social e nei notiziari online accusando la Prefettura e il Governo di averla sfrattata insieme ai figli minorenni. «Siamo senza tetto, tutti: grandi e piccoli», ha urlato nel corso di una manifestazione di protesta, «ci hanno trattati come animali, ma nemmeno gli animali si abbandonano». «No, no», ha fatto col dito ammonitore e voce rotta dall’emozione.

Capelli nero corvino, un filo di trucco e l’immancabile tatuaggio sul braccio: la donna è la leader del gruppo di mamme arrabbiate che ce l’hanno con padre Maurizio Patriciello («Ci avete sottovalutate» affermano le Erinni senza, però, spiegare quale sarebbe l’effetto di questa sottovalutazione) e con Palazzo Chigi che ha deciso di fare pulizia nella più grande piazza di spaccio della regione. Un luogo di violenza e sopraffazione. Un inferno in ferro e cemento dove, nel 2023, son state stuprate due cuginette da un gruppo di ragazzini e dove, nel 2014, una bambina di sei anni (Fortuna Loffredo) fu ammazzata dal vicino che prima la violentò e poi, ancora stordita, la lanciò dal balcone come un manichino rotto. Orrori che impongono il ripristino delle condizioni civili di convivenza, anche con la forza della legge, se necessario.

Il primo passo è proprio la liberazione dei condomini in cui vivono camorristi e finti poveri. I filmati mostrano la pasionaria Bellezza che tiene la scena davanti ai rappresentanti delle istituzioni e gioca alla piccola fiammiferaia caivanese tacendo, però, sugli incomprensibili lussi che si concede e che mal si conciliano con lo status di indigenza che giustificherebbe il possesso di una casa popolare. Il mistero dell’Isee, insomma.

A cominciare dallo sfarzoso arredamento dell’alloggio di ben sei stanze che è stata costretta a lasciare il 28 novembre scorso insieme ad altri 35 nuclei familiari. Un po’ Gomorra, un po’ Casamonica style: lampadari dorati; sedie che sembrano troni con imbottitura color porpora (come «protocollo reale» impone); bagno con vasca idromassaggio. Ancora: cucina superaccessoriata; camera da letto con schienale modello Impero e tendaggio che ricorda i finestroni del salone degli specchi di Versailles. E poi divani; divanetti; armadi laccati; colonne in stile corinzio e tavoli di cristallo. Non proprio una topaia. La domanda, allora, è: chi può permettersi questi arredi, ha diritto a una casa gratis?

Fonte Libero

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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