Funicolare di  Chiaia: uscirà dall’uovo di Pasqua la ditta appaltatrice?

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 ” Da quasi sei mesi, visto che è stata chiusa il 1° ottobre dell’anno scorso, i treni della funicolare di Chiaia, che ogni giorno trasportavano 15mila passeggeri, la maggior parte dei quali lavoratori e studenti, sono fermi, mentre le porte delle stazioni restano sbarrate senza che ci siano operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti. Le ripercussioni, in questo lungo periodo di tempo, si sono subito manifestate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall’ANM. Il traffico al Vomero ogni giorno va letteralmente in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione, via Annella di Massimo “. A ritornare ancora una volta sulle conseguenze scaturite dal fermo dell’impianto a fune è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo le continue problematiche che da tempo stanno caratterizzando la vita delle quattro funicolari cittadine, fondatore sul social network Facebook del gruppo “Napoli: gli “orfani” della funicolare di Chiaia”.

 

            ” E arriva l’ennesima delusione tra le proteste e la rabbia dei napoletani – afferma Capodanno -. Infatti la riunione per l’apertura delle buste delle ditte partecipanti alla terza gara d’appalto, che doveva tenersi il 23 febbraio, subito dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte, è stata rinviata di quindici giorni, a seguito della richiesta di una proroga di potenziali concorrenti. Altri quindici giorni che si sommano a quelli già trascorsi dal fermo dell’impianto e che porteranno, alla scadenza del sesto mese di fermo, il 1° aprile prossimo, a non sapere ancora quale ditta dovrà eseguire i lavori di revisione ventennale. Una richiesta, quella della proroga, che ha destano non poca meraviglia e perplessità anche in considerazione del fatto che siamo alla terza gara d’appalto, con lavori che, per tipologia e quantità, dovrebbero essere ben noti alle ditte che possono partecipare alla specifica gara. Adesso c’è la speranza che la ditta appaltatrice possa finalmente sortire dall’uovo di Pasqua, visto che la prossima riunione della commissione, che dovrà assegnare l’appalto, è stata fissato al 4 aprile prossimo “.

 

           ” Certamente si tratta di lavori importanti che riguardano la sostituzione di tutte le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche e meccaniche della sala argano e degli impianti connessi alla trazione, per un importo complessivo di poco meno di 7 milioni di euro – sottolinea Capodanno -. Ma, in verità trecento giorni ovvero dieci mesi per la loro esecuzione sono tanti. Sicché, alla luce del nuovo rinvio, aggiungendo i tempi per consentire eventuali ricorsi dopo l’assegnazione, per realizzare i lavori e infine per effettuare le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell’Ansfisa, l’importante impianto a fune rischia di riaprire non prima di aprile del 2024, se tutto va bene, anche se in passato notoriamente si sono verificati non pochi ritardi nell’esecuzione di analoghi lavori effettuati sugli impianti a fune del capoluogo “.

 

            ” Peraltro – aggiunge Capodanno – non si comprende perché il tempo per l’esecuzione dei lavori sia stato prolungato, nel nuovo bando, a dieci mesi, diversamente da quanto indicato originariamente, quando si prevedeva che l’impianto dovesse rimanere fermo solo sei mesi. Tanto anche alla luce del dato che dalla gara d’appalto sono stati stralciati i lavori relativi alle opere edilizie non strettamente connesse all’intervento sulle parti elettromeccaniche, come quelli alle facciate, lavori edili che dovrebbero essere effettuati successivamente, con l’impianto in funzione, anche se su questo aspetto c’è ancora poca chiarezza “.

 ” Di fatto – sottolinea Capodanno -, per i 15mila utenti che quotidianamente, nei giorni feriali, utilizzano la funicolare di Chiaia, si allunga, e di molto, il periodo durante il quale devono sopperire alla mancanza dell’importante quanto veloce impianto di trasporto pubblico, i cui treni collegano le due stazioni terminali in poco più di tre minuti, andando a penalizzare anche i viaggiatori che affluiscono dalle due stazioni intermedie di Palazzolo e di Corso Vittorio Emanuele, per i quali, allo stato, non risulta ancora istituito alcun mezzo sostitutivo su gomma “.

 ” A questo punto – puntualizza Capodanno – occorre assolutamente riconsiderare tutte modalità operative per accelerare i tempi per la realizzazione dei lavori di manutenzione alla funicolare di Chiaia, anche effettuando lavorazioni nelle ore notturne e su tre turni, incrementando, laddove ciò si rendesse necessario, pure il numero di operai. In altre parole il tempo di durata dei lavori deve essere ridotto, al massimo, al periodo originario, vale a dire a sei mesi. In questo modo la funicolare di Chiaia potrebbe riaprire al pubblico a dicembre prossimo, prima delle festività natalizie “.

 

            ” Comunque vada – conclude Capodanno – Napoli ancora una volta acquisirà un nuovo primato negativo nell’ambito del funzionamento del trasporto pubblico. Difatti, con l’attuale cronoprogramma, alla fine, la funicolare di Chiaia, se tutto va bene e se non venissero ridotti i tempi per l’esecuzione dei lavori, così come richiesto, sarà rimasta chiusa per 18 mesi, un anno e mezzo, battendo ampiamente il primato detenuto dalla funicolare Centrale che, sempre per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque per poco meno di un anno “.

 

 

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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