UCRAINA, Kiev contro la Nato: «Non fa nulla di fronte all’aggressione russa»

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Ore 19:59 – Russia: generale Kurenkov nominato ministro delle Emergenze

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un ordine esecutivo per nominare ministro delle Situazioni di Emergenza il generale maggiore Aleksandr Kurenkov: lo fa sapere l’agenzia russa Interfax citando l’ufficio stampa del Cremlino. Secondo Novaya Gazeta Europe, Kurenkov prima ha lavorato nei servizi di sicurezza russi (Fsb), nell’Fso, il servizio che si occupa della sicurezza delle alte cariche dello Stato, ed è poi stato vice comandante della Rosgvardia, un corpo di polizia che risponde direttamente a Putin.

Ore 19:11 – Kiev: bombardamenti su Balakliia, 2 morti e 7 feriti

Attacchi di artiglieria russi sulla città di Balakliia, nella regione di Kharkiv, hanno causato due morti e sette feriti, uno dei quali, un minore, è in condizioni critiche. Lo ha riferito l’agenzia Ukrinform.

Ore 18:34 – Kiev, nessuna cessione di territori né nuova intesa Minsk

Mikhail Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affermato che accettare di cedere i territori e di siglare un nuovo accordo di Minsk è impossibile, in quanto si ritorcerebbe contro l’Ucraina poiché la Russia userebbe la pausa nei combattimenti per prepararsi a ulteriori offensive. «Porterà a una guerra più grande e sanguinosa», ha detto. Lo scrive Kyiv Independent.

Ore 18:03 – Kuleba: «La Nato non fa nulla di fronte all’aggressione russa»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, intervenendo al Forum economico di Davos in Svizzera, ha accusato la Nato di «non fare letteralmente nulla» per far fronte all’aggressione russa.

Ore 17:59 – Filorussi: «Oltre la metà di Lyman sotto il nostro controllo»

«Oltre la metà» del territorio di Lyman, località strategica dell’Ucraina orientale nei pressi di Severodonetsk, è ora sotto il controllo dell’autoproclamata repubblica separatista filorussa di Donetsk». Lo afferma il suo leader Denis Pushilin, citato dalla Tass, aggiungendo che mancano «pochi giorni alla presa del controllo totale» dell’area.

Ore 16:46 – Mosca offre il passaporto russo ai cittadini Mariupol

Ai cittadini di Mariupol è stata offerta la possibilità di ottenere il passaporto russo con una procedura accelerata, che non prevede più la registrazione intermedia presso le autorità dell’autoproclamata Repubblica separatista filorussa di Donetsk. Lo ha riferito Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco legittimo della città portuale ucraina, ora controllata dalle forze di Mosca, citato dall’Ukrainska Pravda. Oggi è stato pubblicato un decreto del presidente Vladimir Putin che semplifica l’acquisizione della cittadinanza russa anche per i residenti delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, nel sud-est ucraino.

L’Ucraina denuncia invece una «flagrante violazione» della sua integrità territoriale dopo questa decisione di Mosca.

Ore 16:25 – Kiev: la Russia ha consumato il 60% delle riserve di armi ad alta precisione

Kiev ritiene che la Russia abbia già usato il 60% delle sue riserve di armi ad alta precisione e che abbia difficoltà a produrne altre a causa delle sanzioni occidentali. «Secondo i nostri dati, circa il 60% delle scorte di armi ad alta precisione è già stato utilizzato, per alcune armi si tratta del 70%», ha detto Vadym Skibitskyi del direttorato dell’Intelligence militare ucraina, rilanciato dal Kyiv Independent. Secondo Skibitskyi le sanzioni occidentali impediscono alla Russia di comprare i componenti necessari per fabbricare armi di precisione in sostituzione di quelle utilizzate.

Ore 15:53 – Putin e Shoigu visitano soldati feriti in ospedale

Vladimir Putin e il suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, hanno visitato in ospedale i soldati feriti durante l’invasione dell’Ucraina. La televisione Rossiya 1 ha trasmesso le immagini della visita. Putin e Shoigu indossavano entrambi un camice bianco.

Ore 14:54 – Kiev, non revocare sanzioni in cambio sblocco export cibo

«La Russia sta ricattando il mondo chiedendo di revocare le sanzioni in cambio dello sblocco delle esportazioni alimentari dell’Ucraina. Qualsiasi politico o funzionario straniero che possa pensare di accettare questo gioco dovrebbe prima visitare le tombe dei bambini ucraini uccisi e parlare con i loro genitori». Lo scrive su Twitter il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Ore 14:36 – Henger, premier slovacco: se l’Ucraina cade, la Slovacchia sarà la prossima

«Se l’Ucraina dovesse cadere, la Slovacchia sarebbe la prossima»: lo ha dichiarato il premier slovacco, Eduard Heger, nel corso del World Economic Forum in corso a Davos. «Abbiamo rinunciato per troppo tempo ai nostri valori in cambio di gas e petrolio a basso prezzo: scendere a compromessi con Putin ha causato la guerra in Ucraina, una guerra di aggressione in cui la gente muore».

Ore 14:02 – Da 1 giugno al via task force Ue per acquisti comuni di gas

Inizierà a lavorare dal primo giugno la task force della Commissione europea per garantire l’approvvigionamento energetico dell’Ue attraverso l’acquisto comune volontario di gas, Gnl e idrogeno. Il gruppo, sotto la supervisione della commissaria all’Energia Kadri Simson, lavorerà per aggregare i Paesi interessati agli acquisti in comune, il coordinamento della capacità e i negoziati con i fornitori. Per assolvere a questi compiti la task force sarà divisa in tre unità.

Ore 13:44 – In Russia una legge per abolizione il limite di arruolamento a 40 anni

Il Parlamento della Russia ha approvato un progetto di legge che prevede di abolire il limite di 40 anni per chi desidera arruolarsi nelle forze armate. Lo riporta il Moscow Times. Il documento deve essere firmato dal presidente russo Vladimir Putin per diventare legge.

Ore 13:18 – Mosca: 5 navi straniere hanno lasciato il porto di Mariupol

Cinque navi «straniere» hanno potuto lasciare il porto di Mariupol dopo lo sminamento. Lo rende noto il ministero degli Esteri di Mosca. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 13:17 – Svezia, in corso il dialogo con la Turchia sull’adesione alla Nato

«Il dialogo con Turchia è in corso, vogliamo rafforzare le relazioni bilaterali con Ankara e la partnership contro il terrorismo». Lo ha detto la primo ministro svedese Magdalena Andersson, in conferenza stampa con Charles Michel.

Ore 13:11 – Kiev, russi più vicini alla periferia di Severodonetsk

«Le truppe russe si sono già avvicinate molto a Severodonetsk, quindi possono sparare anche con i mortai. La città viene continuamente bombardata, 24 ore su 24. Ci sono pesanti combattimenti alla periferia della città, mentre bombe e missili vengono sganciati dai bombardieri, la situazione è molto difficile». Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale del Lugansk Sergiy Gaidai, citato dall’agenzia di stampa Unian.

«Anche i russi hanno perdite — ha affermato — l’unica cosa è che ce ne sono molti. I nostri combattenti sono semplicemente scioccati dal fatto che vengano fuori da tutte le parti».

Ore 12:59 – Cittadinanza russa semplificata per i residenti di Zaporizhia e Kherson

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che introduce una procedura semplificata in grado di far ottenere velocemente la cittadinanza russa ai residenti delle regioni ucraine di Zaporizhia e Kherson. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 12:49 – Russia: le condizioni di Zelensky? Non sono parole costruttive

Stamattina Zelensky ha insistito sul voler parlare «direttamente» con Vladimir Putin, «senza intermediari» (vedi ore 8:45). Si tratta di una proposta già fatta lunedì, due giorni fa, alla quale Mosca aveva risposto con un no. E un altro no il presidente ucraino lo riceve anche oggi, tramite il commento del vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, che, come riporta l’agenzia Interfax, dice: «È difficile valutare queste parole (di Zelensky, ndr) come costruttive. Mi piacerebbe ricordare che l’Ucraina ha partecipato attivamente ai negoziati dal primo giorno dell’operazione militare speciale e non ha posto condizioni. Se ora pone condizioni ci fa dubitare della sincerità del suo desiderio di trovare una soluzione pacifica»

Ore 07:15 – La posizione di Zelensky, e quella dei suoi. A Kiev, il fronte Ucraina non s’è spaccato e l’unità contro il nemico non si discute. Ma l’unanimità su come sconfiggerlo, è un’altra cosa.

In queste ore, qualche crepa s’è intravvista nelle frasi dello stesso Zelensky, talvolta in contrasto con quelle del suo staff. Primo esempio: riconquistare militarmente la Crimea, dice il presidente, costerebbe all’Ucraina «centinaia di migliaia» di morti? Macché, precisa qualche ora dopo la sua viceministra degli Esteri, Emine Dzhaparova, «per noi la fine di questa guerra è solo la fine dell’occupazione russa sia della Crimea che del Donbass».

E ancora: i russi «hanno rispettato le vite dei difensori di Mariupol» (sempre parole di Zelensky), facendo intendere che almeno sui prigionieri di guerra si può aprire una trattativa? Il capo negoziatore ucraino Mikhaylo Podolyak è chiaro, quando esclude qualsiasi tavolo e precisa che non è barattabile «né la nostra sovranità, né il nostro territorio e gli ucraini che ci vivono», perché «l’Ucraina non mette in ballo la sua sovranità in modo che qualcun altro possa riempirsi il portafogli».

Sfumature, naturalmente. La linea di Kiev è il ritorno ai confini del 2021 e anche un consigliere di Zelensky, Andriy Yermak, ripete che «la nostra integrità territoriale non è negoziabile». Ma quale integrità?

Sulla Crimea, scippata dai russi nel 2014, l’opinione è più vaga: la realpolitik insegna che al momento è difficile metterla sul piatto d’un negoziato, ancor di più rischiare «centinaia di migliaia di morti» in un’offensiva per riprenderla. I russi sanno che a Kiev su questo son divisi, uno Zelensky più realista e altri più duri, così ci giocano: una Crimea autonoma sotto la sovranità ucraina, avverte l’ex presidente Dmitry Medvedev, provocherebbe «una guerra totale».

Ore 05:46 – Il messaggio a Biden di Russia e Cina: bombardieri in volo sul Mar del Giappone

Se voleva essere un «messaggio» al presidente americano Joe Biden, in visita in Asia Orientale, è stato senz’altro ricevuto. I bombardieri con capacità nucleare di Russia e Cina che hanno sorvolato per 13 ore , in formazione, il Mar del Giappone e il Mar cinese orientale hanno suscitato dure reazioni da parte di Tokyo e anche degli Usa. L’esercitazione è avvenuta, a sorpresa, mentre Biden incontrava i leader del blocco dei Quad — Oltre agli Usa il Giappone, l’India e l’Australia — a Tokyo per discutere di sicurezza regionale.

Ore 05:45 – La corruzione endemica: il demone che condiziona la guerra dei russi

È un demone che viene da lontano la korruptzia: «I malvagi che hanno spogliato il popolo si sono riuniti, hanno assoldato i militari e i giudici per proteggere la loro orgia, e banchettano», annota Tolstoj nei suoi Diari, il 5 ottobre 1878. Come una tabe che percorre la storia russa, quel demone si specchia grottesco nella narrazione di Gogol e dentro i «peccatucci» di Anton Antonovic, nel suo L’ispettore generale. E, resistendo a cambi d’epoca e di regime, dalla burocrazia zarista alla nomenclatura comunista, approda ai campi di battaglia dell’invasione putiniana in Ucraina, fiaccando l’animo dei soldati non meno delle loro armi e delle loro vettovaglie guastate da ruberie e appalti truccati in patria. È la corruzione, forse, la chiave nel grande enigma di questa stagione bellica voluta da Putin.

Ore 05:44 – Cinque civili ucraini uccisi nell’Oblast di Luhansk

Cinque civili ucraini sarebbero stati uccisi il 24 maggio dai militari russi a Sievierodonetsk, nell’Oblast di Luhansk. Lo scrive il Kiev Indipendent citando fonti dell’amministrazione locale.

Ore 05:43 – Zelensky: la Russia sta impiegando nel Donbass tutte le forze rimaste

«Occorrono molto tempo e una forza straordinaria per contrastare il vantaggio della Russia in termini di armi e attrezzature». Nel suo discorso quotidiano, scrive il Kiev Indipendent, il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che la Russia ha impiegato «tutte le forze che le sono rimaste» per attaccare il Donbass. Zelensky ha anche detto che le conversazioni intercettate delle truppe russe chiariscono che «sono ben consapevoli che questa guerra non ha senso e che strategicamente il loro esercito non ha alcuna possibilità».

Ore 05:37 – L’Ucraina punta sulla Lituania per far ripartire l’export del grano

L’emergenza sulle forniture di grano sta scalzando la «guerra per il gas» nel conflitto tra Russia e Ucraina. Le riserve di cereali che Mosca tiene bloccate nei porti del mar Nero diventano ogni giorno di più un obiettivo della «guerra collaterale» che i due Stati stanno combattendo. L’Onu ha rinnovato il suo allarme: se l’export non sarà rimesso in moto, centinaia di milioni di persone rischiano la fame perché dipendono da quegli aiuti.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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