Ci risiamo: al Cardarelli è di nuovo vergogna-barelle

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Qualcuno si lamenta: «Mamma mia bella…». Qualcuno strilla: «Nun c’à facc’ cchiù…». Qualcuna piagnucola: «Figlio mio, devi avere pazienza…vedi che mò ti passa…». Qualcun altro maledice: guarda l’orologio e maledice. Poi c’è pure chi bestemmia. Come sempre. Tutto sommato, è un giorno come gli altri. Le porte che si aprono, le barelle che vanno avanti e indietro. Medici che si affrettano, infermieri che si spostano da una barella all’altra. Come sempre, appunto: il pronto soccorso del Cardarelli («il più grande ospedale del Mezzogiorno») strapieno, il reparto di osservazione breve intensiva (obi) affollato, i parenti, in fondo al corridoio, che aspettano davanti alla Terapia intensiva. Le barelle che salgono e scendono. Oppure che salgono e non scendono. Entrano nei reparti e lì restano. Perché non ci sono letti disponibili e i malati da qualche parte bisogna pure sistemarli.

Nuova emergenza al Cardarelli. Nell’ospedale esauriti posti letto e barelle. Caos al pronto soccorso. Ieri mattina non c’era un buco dove adagiare i pazienti. I malati sono rimasti sulle lettighe delle ambulanze in attesa di sistemazione. Ospedale in ginocchio – all’indomani della visita a Napoli del ministro Lorenzin e delle promesse della Regione di rinforzi – con i medici costretti a trattenere le lettighe delle ambulanze. In crisi anche il 118. La movimentazione delle ambulanze inevitabilmente ha risentito della mancanza di tre unità per molte ore. In corsia rivolta dei pazienti.

Vecchia storia. Ieri mattina, alla Chirurgia d’urgenza del Cardarelli medici e infermieri sono stati costretti a sistemare ben trentacinque barelle nei corridoi. I posti-letto del reparto sarebbero 20. Sulla carta.«Ma guardi che oggi è una giornata abbastanza tranquilla – spiega un giovane medico del Pronto soccorso – Dovevate venire qui la settimana scorsa…». Già, magari proprio giovedì scorso. Perché è giovedì sera che è successo il fattaccio. È stato quando un tizio, parente di un paziente in attesa, ha cominciato a gridare e a dare in escandescenze («curnuti, fetienti»).

Il Mattino

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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