È cominciato da Napoli il percorso commemorativo per i 100 anni dalla nascita di Robert F. Kennedy, e a inaugurarne le celebrazioni è stata la figlia Kerry Kennedy, attivista e presidente della fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia. Una scelta simbolica, che conferma la centralità della città partenopea nei temi dell’inclusione sociale, del dialogo interculturale e della difesa dei diritti fondamentali.

Ad accogliere Kerry Kennedy è stata L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, sede della lectio magistralis con cui si è concluso il corso “Human Rights Ambassador”. Il progetto ha formato 28 giovani, ora nuovi ambasciatori dei diritti umani.

«Sono felicissima di essere tornata a Napoli. La prima volta fu nel 1974, e da allora questa città ha un posto speciale nel mio cuore», ha dichiarato Kennedy.

Il corso, pensato ad hoc per l’occasione, ha unito formazione teorica e impegno civile, preparando i partecipanti a portare nel mondo i valori della giustizia, della pace e della dignità umana. Non solo università. L’impegno della fondazione si estende anche al cuore vivo di Napoli: i Quartieri Spagnoli, dove opera Foqus, organizzazione che promuove istruzione, cultura e diritti sociali.

Proprio qui, la fondazione Kennedy aprirà una nuova sede italiana. «Foqus è un esempio straordinario di comunità che si stringe attorno ai diritti fondamentali: educazione, sanità, sicurezza. Ecco perché abbiamo scelto di esserci», ha spiegato Kerry Kennedy.

Le celebrazioni continuano oggi con un grande evento presso la sede di Foqus in via Portacarrese a Montecalvario. Qui si terrà l’incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, coinvolti nel progetto nazionale “Cittadinanza attiva e impegno civico”. I ragazzi, provenienti da 30 scuole medie e superiori, hanno realizzato opere creative ispirate alla figura di Robert Kennedy, riscoprendone gli ideali attraverso l’arte e il confronto.

Kerry Kennedy ha, poi, colto l’occasione per lanciare un messaggio politico, puntando il dito contro Donald Trump, definito «un pericolo per la democrazia» per il suo atteggiamento di sfiducia verso le istituzioni.

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