Marano, le case delle cooperative e il riscatto del diritto di proprietà. La storia che agita i sonni di tanti residenti. Non vi fate prendere dal panico: non è un obbligo, ma una facoltà

0
Condividi
941 Visite

E’ diventato un caso ormai la storia delle notifiche che tantissime famiglie stanno ricevendo in questi giorni. La storia dei cittadini che hanno acquistato case dalle cooperative edilizie, spesso borderline.

Il Comune chiede loro se vogliono trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà. Per farlo bisogna pagare, ma non abbiate fretta: non ci sono obblighi, ma è solo una facoltà. Il Comune – ne ha diritto – prova a fare cassa, ma voi non fatevi prendere dall’ansia.

Ripetiamo, viste le tante richieste giunte in redazione, cosa sta accadendo e tutto ciò che vi è alle spalle.

Nelle case di molti cittadini di Marano, da qualche tempo, stanno arrivando avvisi del Comune con i quali si chiede agli stessi di trasformare (è una facoltà e non un obbligo) il diritto di superficie in diritto di proprietà. Le notifiche stanno arrivando a coloro che, 10, 15 o 20 anni fa o anche di più, hanno acquistato dalle cooperative edilizie del territorio, alcune finite nel mirino dell’autorità giudiziaria, appartamenti ma senza che a loro fosse specificato che questi acquisti non contemplavano anche il diritto di proprietà.

In teoria, dunque, le case non riscattate con il diritto di proprietà, nei 99 anni successivi all’acquisto dovrebbero tornare nelle disponibilità del Comune, che è proprietario dei suoli e che a suo tempo li cedette ai palazzinari del territorio a capo, direttamente o non direttamente, delle suddette cooperative.

Molti ci hanno scritto. La storia è nota e affonda le sue radici nella notte dei tempi. Nel marzo di 6 anni fa, l’amministrazione commissariale, con apposita delibera, sancì – anche per fare cassa – che i residenti in questi appartamenti potevano, pagando il dovuto al Comune, la somma per ottenere anche il diritto di proprietà. Ma l’opportunità, per una ragione o per un’altra, non è mai stata pubblicizzata bene dal Comune. Ora, per effetto di una direttiva dell’Osl (organo di liquidazione straordinaria che si è occupato dell’ingente mole debitoria del Comune), la facoltà viene riproposta inviando atti nelle case.

Molti sono stati colti di sorpresa, poiché non sapevano di non essere proprietari (al 100 per cento e in modo definitivo) degli immobili in cui vivono e di dover pagare per il riscatto di tale diritto. Purtroppo, a suo tempo, geometri, notai, palazzinari e funzionari compiacenti certe cose evitarono accuratamente di dirle o le dissero senza farsi capire.

Ripetiamo, ad ogni modo, che si tratta di facoltà del cittadino e non di obbligo. Chi vuole, può recarsi all’ufficio tecnico comunale e capire a quanto ammonta la somma da versare per l’eventuale riscatto; chi non vuole non è tenuto a farlo o comunque può farlo quando avrà le risorse economiche a disposizione. Senza il riscatto del diritto di proprietà, ad ogni modo, gli appartamenti non possono essere alienati e, dopo 99 anni, confluiscono nel patrimonio immobiliare del municipio.

 

© Copyright 2025 Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti