A confermarlo sono i risultati di un nuovo studio che ha coinvolto diversi ricercatori, guidati da David Tuveson, direttore dal Centro per la ricerca sul cancro del Cold Spring Harbor Laboratory. Si tratta di un primo passo avanti della ricerca per frenare lo sviluppo di una delle malattie oncologiche più aggressive. I principali strumenti per decelerare l’evoluzione della malattia sono la possibilità di riconoscere la malattia nelle primissime fasi e l’utilizzo di un farmaco specifico, già utilizzato nella clinica
Rallentare la crescita del tumore al pancreas è possibile. A confermarlo sono i risultati di un nuovo studio che ha coinvolto diversi ricercatori, guidati da David Tuveson, direttore dal Centro per la ricerca sul cancro del Cold Spring Harbor Laboratory. Si tratta di un primo passo avanti della ricerca per frenare lo sviluppo, rapido e finora inarrestabile, di una delle malattie oncologiche più aggressive, che potrebbe addirittura diventare entro il 2030 il secondo tumore killer a livello globale. Dai risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Cancer Research, è emerso che in principali strumenti per decelerare l’evoluzione della malattia sono, prima di tutto, la possibilità di riconoscere la malattia nelle primissime fasi, rendendo in questo modo possibile la diagnosi precoce, e poi, l’utilizzo di un farmaco specifico, già utilizzato nella clinica e sperimentato dai ricercatori in laboratorio per frenare la crescita del tumore.
Gli studi per rallentare lo sviluppo del tumore al pancreas
Tra gli autori dello studio, figura anche una ricercatrice italiana Claudia Tonelli, che ha conseguito il dottorato in medicina molecolare all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano. La chiave di entrambi questi progressi è la scoperta di un gene amico del cancro (oncogene) che finora era noto solo per altre forme di tumore. “Oltre il 95% dei tumori del pancreas hanno mutazioni del gene Kras, che è l’oncogene all’origine di questa malattia”, spiega Tonelli. “Ora abbiamo scoperto che un altro gene, chiamato Fgfr2, gioca un ruolo nell’amplificare l’azione del gene Kras. Quando questo avviene, il tumore del pancreas diventa più aggressivo”, aggiunge l’esperta. Il gene è stato osservato all’opera durante gli esperimenti su topi e organoidi, cioè su modelli di tessuto del pancreas ottenuti coltivando cellule staminali.