Dazi, il sondaggio: gli americani non rinunceranno ai prodotti italiani

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epa08813845 US President Donald J. Trump after he and First lady Melania Trump participated in a National Veterans Day Observance at the Tomb of the Unknown Soldier in Arlington National Cemetery, in Arlington, Virginia, USA, 11 November 2020. This is the first public appearance of Trump since 07 November when major news networks projected that he lost the 2020 Presidential elections. EPA/Chris Kleponis / POOL
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Tempo di dazi, tempo di sondaggi. Secondo una ricerca, condotta in questi giorni negli Stati Uniti da YouGov per Centromarca, circa la metà dei consumatori americani utilizza prodotti  italiani: il 14% lo fa ogni settimana, il 25% mensilmente. Tra i prodotti usati abitualmente, nelle prime cinque posizioni troviamo pasta (50% di citazioni), seguita da olio di oliva (46%), formaggi (38%), salse (37%) e vino (33%). Cosa succederà ora con il nuovo ordine trumpiano che sta prendendo forma? Vittorio Cino, responsabile dell’istituto di ricerca dà delle coordinate significative: «Abbiamo avviato un’indagine rapida per misurare l’impatto che i dazi americani avranno sull’industria di marca e fornire dati utili in sede nazionale ed europea».

 

Dunque, in base alle abitudini dei consumatori,  stando a quanto dichiarato dagli statunitensi, il 47% manterrebbe la quantità di prodotti italiani acquistati in caso di aumento dei dazi. Al contrario, il 30% ridurrebbe le quantità acquistate. Le risposte sono a macchia di leopardo. Il 16% degli intervistati, per esempio,  ha fatto sapere di essere disposto a pagare anche di più per acquistare prodotti alimentari italiani.

Dazi, i prodotti italiani a cui gli americani non rinunciano

Passando ai singoli prodotti, sul capitolo riguardante il prodotto italiano più amato, il 50% degli americani cita la pasta. Subito dopo, a poca distanza, un’altra eccellenza del nostro Paese: l’olio d’oliva con il 46% delle citazioni. Più staccati, formaggi (38%), salse (37%) e vino (33%). Al netto de3lle ripercussioni sui singoli mercati, conforta che nella dialettica catastrofisti- ottimisti prevalga l’equilibrio. L’amore del consumatore statunitense verso le nostre produzioni è testimoniato dal fatto che, per il 54% degli intervistati, acquistare un prodotto alimentare di marca italiana è sinonimo di bontà. Per il 49% significa scegliere alimenti prodotti con materie prime di qualità, mentre per il 36% è certezza di sicurezza e tutela della salute, rileva la ricerca.

Serve una risposta serena, compatta e determinata

La scelta statunitense – che il governo italiano reputa sbagliata e da affropntare con diplomazia e pragmatismo- “crea una discontinuità – rileva Vittorio Cino- nel mercato globale e ci vorrà tempo e un’attività diplomatica di vasta portata per recuperarla». Per cui lL’appello di Centromarca riprende quanto detto dal presidente della Repubblica: «Facciamo nostre le considerazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando chiede una risposta europea serena, compatta e determinata. Auspichiamo che l’Unione vari un’attività di negoziazione a tutto campo per tutelare gli interessi sociali ed economici della popolazione e delle imprese». I catastrofismi, i controdazi e le reazioni di pancia non porteranno da nessuna parte.

Domani 3mila operatori del vino statuniotensi a Vinitaly

L’Italia può fare da ponte strategico con Washington. Da domani ci sarà un momento della verità: avremo in Veneto, a Vinitaly, arriveranno 3 mila operatori del vino statunitensi. Sarà un primo momento importante di confronto diretto, per tastare il polso ai mercati”.

© Copyright 2025 redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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