
Tempo di dazi, tempo di sondaggi. Secondo una ricerca, condotta in questi giorni negli Stati Uniti da YouGov per Centromarca, circa la metà dei consumatori americani utilizza prodotti italiani: il 14% lo fa ogni settimana, il 25% mensilmente. Tra i prodotti usati abitualmente, nelle prime cinque posizioni troviamo pasta (50% di citazioni), seguita da olio di oliva (46%), formaggi (38%), salse (37%) e vino (33%). Cosa succederà ora con il nuovo ordine trumpiano che sta prendendo forma? Vittorio Cino, responsabile dell’istituto di ricerca dà delle coordinate significative: «Abbiamo avviato un’indagine rapida per misurare l’impatto che i dazi americani avranno sull’industria di marca e fornire dati utili in sede nazionale ed europea».
Dazi, i prodotti italiani a cui gli americani non rinunciano
Passando ai singoli prodotti, sul capitolo riguardante il prodotto italiano più amato, il 50% degli americani cita la pasta. Subito dopo, a poca distanza, un’altra eccellenza del nostro Paese: l’olio d’oliva con il 46% delle citazioni. Più staccati, formaggi (38%), salse (37%) e vino (33%). Al netto de3lle ripercussioni sui singoli mercati, conforta che nella dialettica catastrofisti- ottimisti prevalga l’equilibrio. L’amore del consumatore statunitense verso le nostre produzioni è testimoniato dal fatto che, per il 54% degli intervistati, acquistare un prodotto alimentare di marca italiana è sinonimo di bontà. Per il 49% significa scegliere alimenti prodotti con materie prime di qualità, mentre per il 36% è certezza di sicurezza e tutela della salute, rileva la ricerca.
Serve una risposta serena, compatta e determinata
La scelta statunitense – che il governo italiano reputa sbagliata e da affropntare con diplomazia e pragmatismo- “crea una discontinuità – rileva Vittorio Cino- nel mercato globale e ci vorrà tempo e un’attività diplomatica di vasta portata per recuperarla». Per cui lL’appello di Centromarca riprende quanto detto dal presidente della Repubblica: «Facciamo nostre le considerazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando chiede una risposta europea serena, compatta e determinata. Auspichiamo che l’Unione vari un’attività di negoziazione a tutto campo per tutelare gli interessi sociali ed economici della popolazione e delle imprese». I catastrofismi, i controdazi e le reazioni di pancia non porteranno da nessuna parte.
Domani 3mila operatori del vino statuniotensi a Vinitaly
L’Italia può fare da ponte strategico con Washington. Da domani ci sarà un momento della verità: avremo in Veneto, a Vinitaly, arriveranno 3 mila operatori del vino statunitensi. Sarà un primo momento importante di confronto diretto, per tastare il polso ai mercati”.
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