Dossieraggi e spie, tolta l’inchiesta a Cantone: gli atti a Roma

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La Procura di Perugia non è competente a indagare sull’inchiesta dossieraggio. A stabilirlo il gip, che ha disposto la trasmissione degli atti a piazzale Clodio, accogliendo l’istanza della difesa dell’ex pm Antonio Laudati, indagato in concorso con il finanziere Pasquale Striano e tre giornalisti di Domani, per accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto. Un fascicolo corposo, con un impianto accusatorio ritenuto condivisibile dallo stesso gip di Perugia, frutto del minuzioso lavoro investigativo coordinato dal procuratore Raffaele Cantone, il quale fin da subito aveva parlato di un verminaio ordito all’Antimafia, dove il servitore dello Stato infedele avrebbe effettuato decine di migliaia di intrusioni illecite al sistema analisti e spiato politici del centrodestra, i cui documenti riservati sono stati inviati ai giornalisti, diventando esclusive in momenti cruciali della vita democratica del Paese.

Guido Crosetto. L’esposto ha portato i pm di Roma sulle tracce di Striano, ma quando il finanziere ha tirato in ballo il pm Laudati il fascicolo è stato spostato a Perugia, competente per i casi in cui sono coinvolti magistrati romani. Ora però l’indagine dovrebbe tornare a Roma su disposizione del gip, che ha tenuto conto di una recente sentenza della Cassazione, che fissa nella Capitale la competenza a procedere sui pm della Dna. È l’escamotage trovato dalle difese per strappare il dossieraggio a Cantone. Ma il procuratore di Perugia non si arrende e studia le prossime mosse.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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