“La chiamo per informarla che suo marito la tradisce, io sono l’amante”. Emergono nuovi inquietanti dettagli sul caso Boccia-Sangiuliano. Elementi al vaglio della procura di Roma nel fascicolo che procede a carico di Maria Rosaria Boccia, dopo la perquisizione subita ieri dall’imprenditrice nella sua casa a Pompei, come le pressioni che questa avrebbe fatto nei confronti della moglie dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano, mettendola al corrente della loro relazione extraconiugale.
Pressioni indebite e danno allo Stato
Pressioni indebite, secondo l’esposto presentato in procura da Sangiuliano, per ottenere la nomina a consigliera per i Grandi Eventi. Telefonate, messaggi, prove di cene e regali, tutto documentato anche nei dispositivi digitali sequestrati ieri alla Boccia: computer, cellulare e occhiali telecamera per il cui utilizzo la signora è stata già daspata da Montecitorio per ragioni di sicurezza. Elementi che configurano il reato di minacce ad un appartenente del corpo politico, pressioni indebite che, secondo i magistrati, potrebbero aver condizionato l’operato dell’ex ministro e, quindi, arrecato un danno allo Stato.
Gli altri reati
Ma il fascicolo a carico di Boccia procede anche per violazione della privacy e violenza privata per il graffio sulla fronte dell’ex direttore del Tg2 in una lite a inizio luglio. E si valuta anche il reato di tentata estorsione legata al presunto furto della fede nuziale di Sangiuliano che, secondo l’esposto, Boccia gli avrebbe rubato e nascosto.
L’ipotesi dei legali di Sangiuliano
I legali di Sangiuliano sono convinti che l’imprenditrice avrebbe allacciato una relazione con l’ex ministro per entrare nella sua squadra di governo, poi una volta sfumata la promessa della nomina al Ministero avrebbe scatenato le sue pressioni per ottenerla a ogni costo, “perseguitando” anche la moglie di Sangiuliano.
Il fascicolo sull’ex ministro
Ma parallelamente a quello dell’imprenditrice procede anche il fascicolo aperto sull’ex ministro dopo le sue dimissioni, indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio. Il caso ora è al vaglio del tribunale dei Ministri e sulla vicenda vuole vederci chiaro anche la Corte dei Conti, che ha ipotizzato un danno erariale sulle spese sostenute per le trasferte della Boccia.
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