“Ho già firmato il decreto di mobilitazione parziale, le operazioni inizieranno oggi”. Sono le 8 del mattino italiane quando Vladimir Putin compare di fronte alle telecamere per annunciare la svolta militare più importante dal giorno dell’invasione dell’Ucraina: tutti i riservisti sono chiamati a combattere al fronte. Si tratta di circa 300mila uomini con esperienza di combattimento e specializzazioni militari, mentre sono esclusi (per ora) i militari di leva. “Stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale”, ha rassicurato Putin. “Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve, e soprattutto coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari e un’esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione”. Nel discorso, inizialmente previsto per ieri sera e poi rimandato di alcune ore senza spiegazioni, il capo del Cremlino torna anche ad agitare lo spettro dell’arma atomica: “Questo non è un bluff. I cittadini della Russia possono essere certi che l’integrità territoriale della nostra patria, la nostra indipendenza e libertà saranno assicurate. Useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. E coloro che stanno cercando di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che il vento può girare anche nella loro direzione”, minaccia. Mentre il ministro della Difesa Sergei Shoigu sottolinea: “Non combattiamo solo con l’Ucraina e l’esercito ucraino, ma con la Nato e con tutto l’Occidente“.