Come riporta Il Messaggero in un articolo a firma di Mauro Evangelisti, alcuni passeggeri del volo in questione hanno ammesso di aver acquistato un falso certificato alla partenza da Nuova Delhi, in India. «Ho pagato per farmi rilasciare un falso certificato col timbro, non ho mica fatto il tampone», dichiara al quotidiano romano uno dei 223 passeggeri, subito sottoposto a tampone rapido appena sbarcato a Roma.
Il costo per un falso tampone? All’incirca 20 euro. E così si può superare l’obbligo – previsto anche in India – di essere negativi ad un tampone fatto entro le 48 ore prima della partenza. Sono però gli stessi media indiani a raccontare del mercato nero dei certificati fasulli, laboratori che falsificano i rapporti che vengono chiusi dalle autorità.
Chi arriva in Italia dall’India deve mettersi in isolamento per 14 giorni. Ma il rischio che questa norma non venga rispettata è molto alto. Il timore è quello di ritrovarsi come nell’estate del 2020 quando dal Bangladesh, in barba a tutte le ordinanze, rientravano in Italia persone malate che hanno causato poi diversi focolai. Per quanto riguarda il volo di ieri sera Alessio D’Amato, assessore alla Sanità, ha dichiarato: «Siamo ora in attesa dei risultati del sequenziamento per la ricerca delle varianti da parte dell’Istituto Spallanzani. Tutte le persone risultate positive e i contatti stretti dei positivi sono stati inviati in un Covid Hotel per l’isolamento. Voglio ringraziare i nostri operatori, le USCAR guidate da Pierluigi Bartoletti e Stefano Marongiu, ADR, la Protezione civile e le Forze dell’ordine per il grande lavoro svolto».
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews