In piena emergenza Coronavirus, con la popolazione concentrata su tali eventi e con i politici locali, anche quelli di opposizione, distratti, sbadati o semplicemente ignoranti in materia, il sindaco di Marano Rodolfo Visconti – che ne combina una alla settimana di media – ha sottoscritto un decreto, il numero 14 del 2020, con il quale affida ai sovraordinati Nicola Campanile e Angelo Covino nuovi incarichi.

A Campanile (nella foto) la responsabilità del servizio avvocatura; a Covino la responsabilità del settore demografico, con l’attribuzione di poteri gestionali, ivi compresa l’assunzione di tutti gli atti e con relativi poteri di firma.

Giova ricordare che sia Campanile che Covino, entrambi dipendenti Inps ed entrambi individuati da Visconti diversi mesi fa (operano come sovraordinati con il placet della prefettura), non fanno parte della pianta organica del Comune di Marano.

Fatta questa doverosa premessa, va ricordato al primo cittadino e a chi (forse qualche funzionario?) ha prospettato la cosa come fattibile, che i sovraordinati non inquadrati come distaccati dal loro ente di appartenenza (nel caso di specie l’Inps) non possono in alcun modo espletare tali funzioni, assimilate a quelle dei dirigenti o quanto responsabili di settori. Covino e Campanile, infatti, svolgono funzioni a Marano in determinati giorni ed orari stabiliti con l’ente di appartenenza (Inps) e con la prefettura di Napoli e non possono fare più di questo, a meno che i due non vengano inquadrati come dipendenti distaccati al Comune di Marano. Il decreto firmato da Visconti è da ritenersi, secondo molti addetti ai lavori ed esperti di tale normativa, illegittimo o quanto meno carente.

I due, Covino e Campanile, dovranno ora firmare per accettazione o dire no alla proposta del primo cittadino. Ma si tratta di un decreto forzato, forzatissimo. Tutte le decisioni eventualmente assunte dai due potranno essere impugnate in sede di giustizia amministrativa.

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