Marano, sgominata la rete dei trafficanti di droga. Il racconto dei pentiti: “Lubrano ci diede il via libera per spacciare cocaina”

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E’ stata un’indagine lunga e articolata, quella che ha portato oggi all’arresto di 24 persone, tutte, a vario titolo, coinvolte in un’organizzazione dedita al traffico e spaccio di droga e tesa a favorire il clan Orlando, egemone a Marano, Quarto e Calvizzano.

Un’indagine condotta dalla compagnia di Marano già a partire dal 2017, gestita dall’allora tenente Tessitore e dal capitano Lo Conte (oggi rispettivamente capitano e maggiore) e coordinata dalla Dda di Napoli.

Inchiesta lunga che ha preso piede e si è sviluppata grazie a una cospicua mole di intercettazioni ambientali e telefoniche e poi corroborata dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, tra cui Teodoro Giannuzzi, Andrea Lollo e Giacomo Di Pierno, collaboratori che hanno in più occasioni riferito sul clan Orlando e su diversi episodi di natura criminale: traffico di droga, estorsioni e minacce.

Alquanto significative sono proprio alcune delle dichiarazioni, in relazione al traffico di cocaina, rese dai pentiti ai magistrati della Procura partenopea.

Di Pierno Giacomo: “Per un lungo periodo non era stato possibile vendere cocaina a Quarto. Il via libera lo diede, nel marzo del 2017, Armando Lubrano nel corso di una riunione che si tenne a casa di Antonio Agrillo (affiliato, ndr), all’epoca ai domiciliari. Lubrano disse che bisognava fare maggiori profitti poiché gli Orlando erano subentrati ai Polverino e pertanto dovevano provvedere al mantenimento dei carcerati. Conosco le vicende del clan – riferì Di Pierno – perché ero amico di Pasquale Baiano (Pacci Pacci, ndr), che era il referente nel comune di Calvizzano”.

Teodoro Giannuzzi aggiunge: “Ricordo la truffa ai danni di due marocchini fatta insieme con Felaco e..omissis 100 chili di fumo senza pagare. Ebbi timore della reazione dei marocchini e chiesi una pistola a omissis…che mandò Felaco in una zona di Vallesana dove erano sotterrate armi. A darmi la pistola, non quelle sotterrate, fu poi Angelo Orlando, ‘o Malommo (condannato e detenuto da alcuni anni, ndr). Ricordo, in relazione alla questione della vendita della cocaina, di una riunione che si tenne fuori al Truglio. Armando Lubrano ci disse che potevamo vendere cocaina a Marano e Quarto”.

Andrea Lollo: “Ricordo il mancato pagamento di una partita di cocaina per un valore di 200 mila euro da parte di Antonio Nuvoletto (detenuto per altri reati, ndr). Quei soldi dovevano essere dati a Bruno Carbone (detenuto per altri reati, ndr). Nuvoletto mandò in Olanda suo cugino per spiegare a Carbone, che si era stabilito lì, cosa era accaduto, cioè che uno del clan Licciardi non aveva pagato il dovuto. Carbone sequestrò il cugino e pretese l’immediato pagamento. In cambio dei soldi per la cocaina Nuvoletto offrì a Carbone un carico di fumo del valore di 120-140 mila euro”.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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