Aniello Cesaro, interrogato dai magistrati della Dda di Napoli, racconta altri particolari dei suoi incontri e delle presunte tangenti che avrebbe versato, assieme al fratello, ad alcuni politici di Marano. Successivamente viene ascoltato nuovamente anche Raffaele Cesaro.
Di seguito le dichiarazioni rese ai magistrati:
ADR: effettivamente come vi risulta dalle intercettazioni ed emerso anche nel corso del
dibattimento il PERROTTA contattò mio fratello Raffaele e ci chiese se la nomina di
PITOCCHI era di nostro gradimento. In realtà già prima delle intercettazioni PERROTTA (non indagato, ndr) era venuto da noi per chiederci le competenze di PITOCCHI e se una sua nomina ci sarebbe stata gradita. In realtà l’ingegnere PITOCCHI era stato segnalato a PERROTTA da Nico SANTORO che si era formato sotto la scuola di PITOCCHI.
Effettivamente poi ci fu la nomina di PITOCCHI anche perché in quel momento le nostre
concessioni erano bloccate e PITOCCHI quando fu nominato ce le rilasciò.
Devo anche precisare che in tutta questa vicenda e nel periodo di PERROTTA sindaco
abbiamo subito ulteriori ostruzionismi per l’approvazione dei SAL.
In particolare nel 2008 a capo dell’ufficio tecnico vi era MICILLO (non indagato, ndr) – che poi fu sostituito nel 2009 da PITOCCHI – il quale non ci approvava i SAL. Contattato più volte da noi il MICILLO prima cercava di rinviare poi, come vi ho già detto in altri interrogatori,: “non avete capito che dovete andare da IACOLARE?”. In realtà come ho poi capito MICILLO era un uomo di IACOLARE (non indagato, ndr), così come SGARIGLIA (non indagato, ndr) era uomo di BERTINI, e soprattutto BERTINI e IACOLARE a prescindere dalla diversità di area politica erano tutt’uno e gestivano qualsiasi iniziativa di carattere speculativo/economico sul territorio. Così per sbloccare il pagamento dei SAL MICILLO ci disse che potevamo incontrare IACOLARE sui campi da tennis di Marano dove ci recammo, penso a maggio/giugno del 2008 dove IACOLARE ci disse inizialmente che noi non ci eravamo fatti più vedere. Io risposi che avevamo dato già tutto a BERTINI, ma lui mi disse: “quelli che avete dato a BERTINI sono di BERTINI, voi a me non avete dato nulla”. ADR: penso che IACOLARE sapesse quanto avevamo dato a BERTINI, poiché erano tutt’uno.
Fatto sta che ci fissò un in contro presso la sua abitazione il giorno dopo, dove ci recammo
io e mio fratello Raffaele. IACOLARE abita verso città giardino, così ricordo. In quella circostanza ci chiese il 10% su ogni SAL, cosa alla quale noi ci opponemmo e dopo un po’ di trattativa convenimmo il 5% su ogni SAL. Ed infatti in quella circostanza, era luglio del 2008, IACOLARE ci disse: “siccome devo andare in ferie, mi date qualcosa prima delle vacanze?”. E così convenimmo di consegnargli, cosa avvenuta qualche giorno dopo, 10 mila euro e la consegna avvenne sempre presso casa sua. Fino a quel momento MICILLO (non indagato, ndr) non aveva firmato alcun SAL. Poi dopo ce li firmò, tanto è vero che ce ne firmò due assieme. Uno che avevamo presentato a gennaio/febbraio 2008, l’altro a luglio/agosto del 2008.
Furono firmati entrambi a settembre ed a dicembre incassammo i SAL, tanto che a
dicembre del 2008 demmo 53 mila euro, se ben ricordo, a IACOLARE. La S.V. mi
chiede perché 53 mila euro, le rispondo che evidentemente era quello il 5% dei due
SAL che erano stati pagati. In realtà la somma era 63 mila euro ma avevamo già dato
i diecimila. Poi a febbraio del 2009, in occasione di altro SAL, abbiamo dato circa 88
mila euro, se ben ricordo, consegnati sempre a casa sua e sempre alle 8 del mattino
e sempre in contanti. L’ultima dazione è avvenuta ad agosto del 2009, sempre in
occasione dell’incasso di altro SAL, gli abbiamo dato 25 mila euro.
ADR: come vi ho detto prima le più grandi speculazioni edilizie dell’epoca in cui era
sindaco, furono date da BERTINI e SIMEOLI Angelo. La S.V. mi chiede che tipo di rapporto c’era tra SIMEOLI e BERTINI, le dico che BERTINI era stipendiato da SIMEOLI. Era proprio Don Angelo SIMEOLI che me lo disse, infatti mi disse che qualsiasi speculazione faceva a Marano era costretto a dare la percentuale a BERTINI, soprattutto ce lo diceva nelle due occasioni quando ci è venuto a sollecitare il pagamento a BERTINI. Si sfogava e ci diceva che lui per ogni operazione aveva dovuto pagarlo.
La S.V. mi chiede se conosco i costruttori MASTROMINICO (autori del restyling di Palazzo Merolla e a capo dell’azienda che sta eseguendo l’ampliamento cimiteriale, ndr) che han no costruito il cimitero a Marano. Le rispondo di no però posso dirvi che il progetto di finanza del cimitero di Marano è stato fatto da Nico SANTORO, originario di Lusciano, e visto l’andazzo sono sicuro che MASTROMINICO hanno dovuto pagare la tangente a BERTINI, almeno visto quello che è successo con noi. BERTINI non risparmiava nessuno. Sempre in relazione alle dichiarazione che ho già reso alla S.V. su MICILLO devo precisare che le ho riferito male perché male ricordavo nella prima occasione. Come lo ho detto MICILLO all’epoca era colui che avrebbe dovuto firmare i SAL oltreché le con cessioni e come le ho detto era legato a IACOLARE.
Proprio nel 2008 non solo MICILLO ci chiese un aiuto per la stipula dell’atto di donazione che pagammo noi al notaio Sergio MILILOTTI, diversamente non ci sarebbe stato motivo di rogare l’atto nel nostro ufficio di Sant’Antimo, anche perché era il nostro notaio di fiducia, ma altresì abbiamo dato a MICILLO 5 mila euro in contanti. In particolare il costo dell’atto del notaio erano circa 2 mila euro ma in quel periodo MICILLO fu nominato presidente della commissione per l’assegnazione dei capannoni. Era giugno 2008. Per tale incarico ritengo che MICILLO era già pagato dal comune, invece ci chiese ulteriore denaro perché lui aveva perso tempo e per il suo impegno ci chiese i 5 mila euro. Quindi rispetto alla dichiarazione da me resa vi preciso che effettivamente gli abbiamo dato 5 mila euro ma non per il notaio ma per il suo impegno di presidente della suddetta commissione, mentre il notaio fu pagato
a parte per una cifra che ritengo inferiore.
Preciso infine che quando abbiamo iniziato i lavori del PIP il geometra del comune,
SILVESTRI (non indagato, ndr), ci chiese di assumere il fratello per i lavori di realizzazione delle opere. Noi gli dicemmo che ci avremmo pensato, cercando di prendere tempo, cosa che poi non facemmo più e non assumemmo il fratello. Da quel momento in poi anche il SILVESTRI iniziò a fare ostruzionismo, soprattutto sul rilascio delle concessioni. Ricordo che chiedeva delle integrazioni all’ingegnere SANTORO che gliele portava e di lì a poco scomparivano. Fu poi proprio MICILLO a confidarci che SILVESTRI ci stava facendo ostruzionismo a causa del fratello. Se ben ricordo sia la richiesta di assunzione del fratello, sia l’ostruzionismo è avvenuto a cavallo tra il 2008 e l’inizio del 2009. Sicuramente quando è avvenuto il problema con SILVESTRI, MICILLO aveva già ricevuto la somma di 5 mila
euro ed era stato rogitato l’atto di donazione”.
Alle ore 19:04 si riapre il verbale e si riaccende l’impianto di fonoregistrazione perché si
impone la necessità di effettuare ulteriori domande al signor CESARO Aniello.
ADR: la S.V. mi chiede quante volte mi sono recato presso la masseria di SIMEOLI
Angelo, se ben ricordo mi sono recato una sola volta. Era d’estate non ricordo se era il
2006 o il 2007. Secondo la logica di quello che ho ricostruito nella mia memoria era il
2006. Era prima del compromesso con la FLAURE. L’oggetto della discussione, per
questo dico che la data era estate 2006, era appunto la cessione della concessione a
SIMEOLI Angelo. Ricordo che in quella riunione eravamo presenti, io andai con BRUNO
Giuseppe, mio fratello in macchina con Nico SANTORO, li trovammo SIMEOLI Angelo,
BERTINI Mauro, un figlio di SIMEOLI e l’ingegnere GIANNELLA, che all’epoca era il
tecnico di SIMEOLI. Presente era anche il genero di SIMEOLI. Io non ricordo se in
quell’occasione c’era anche DI NUNZIO Salvatore. La S.V. mi chiede che cosa faceva
BERTINI in quella sede visto che l’oggetto della discussione era una trattativa
imprenditoriale tra il nostro gruppo e quella di SIMEOLI Angelo. Non glielo so dire so solo
che durante la discussione BERTINI prendeva le parti di SIMEOLI, avvalorava ed
incoraggiava questa cessione e diceva che da un punto di vista amministrativo e politico si
poteva fare. Dava cioè e la sua garanzia al tale operazione. …”
Sostanzialmente analogo l’interrogatorio reso da CESARO Raffaele sempre in data
08.03.2019:
“L’ufficio da atto che all’esito delle dichiarazioni rese nei verbali precedenti non sono state
riscontrate nei termini e modi riferiti i pagamenti a BERTINI e IACOLARE. Il signor CESARO risponde: confermo gli interrogatori da me resi ma devo precisare che nel corso del tempo mi sono ricordato meglio circostanze modalità e termini di pagamento. Non avrei avuto alcun interesse a riferirvi date sbagliate anzi avevo interesse inverso. Infatti, quando mi furono mostrati gli assegni nel corso del precedente interrogatorio, io non li riconobbi perché non mi sembravano essere quelli da me consegnati a BERTINI. Ora vi spiego come sono andati i fatti. Nel gennaio 2006, prima della stipula del contratto con il comune per il PIP, vennero da me BERTINI Mauro, Biagio IACOLARE e l’ingegnere Nico SANTORO, presso l’ufficio di Frattamaggiore. Erroneamente vi corressi questa indicazione datami da mio fratello e vi dissi che erano venuti a Sant’Antimo. In quell’occasione i predetti parlavano esattamente in sincronia, BERTINI e IACOLARE, mi dissero che ci dovevamo mettere a disposizione della politica locale e del territorio di Marano, chiedendoci di privilegiare le ditte di Marano nell’esecuzione dell’appalto.
In realtà tanto era già previsto dalla convenzione ma in realtà capimmo che il discorso era diverso. Entrambi, BERTINI e IACOLARE, fecero riferimento alla possibilità di far lavorare SIMEOLI Angelo. Il discorso rimase sul generico ma capimmo che i due potevano bloccarci la firma del contratto. Subito dopo la firma del contratto che avvenne di lì a qualche giorno, si presentò da noi SIMEOLI Angelo, sempre a Frattamaggiore. Il predetto si propose prima per acquisire l’appalto, poi il subappalto ed in ultimo l’intera concessione secondo i termini e le modalità di cui vi ho già parlato negli altri interrogatori nei quali vi ho anche specificato che nulla facemmo con SIMEOLI Angelo anche perché nella concessione era specificato che i lavori li doveva eseguire la CESARO SRL. SIMEOLI ci propose anche la cessione delle quote della società, ma poiché voleva pagarci con effetti cambiari, noi avremmo perso qualsiasi tipo di garanzia. Ho già riferito che con il SIMEOLI vi era stato un compromesso per l’acquisto di un capannone tra la CESARO COSTRUZIONE e la FLAURE, a seguito del quale SIMEOLI ci aveva bonificato un milione e 37 mila euro circa. Tale compromesso serviva solo a giustificare tale dazione di denaro che doveva essere un anticipo dell’intera cessione delle quote del PIP. Siccome nel prosieguo, come ho detto, il SIMEOLI voleva darci delle cambiali mandammo a monte l’affare.
Tutto ciò si disarticolò nel corso di almeno un anno. Nel corso dei vari incontri, già
subito dopo la stipula, SIMEOLI Angelo mi disse di incominciare a dare qualcosa a
BERTINI. Ricordo che gli diedi 75 mila euro in assegni. Non ricordo perché e come
arrivammo alla cifra di 75 mila euro, ricordo però che per prendere tempo e vedere nel
corso del tempo BERTINI come si comportava, pensammo di dare degli assegni post
datati.
ADR: non ricordo con precisione di quanti assegni fossero, né l’importo cadauno. Ho solo
un ricordo vago che fossero introno ai 7.500 euro cadauno. Gli assegni erano o di RONGA
Silvio, o della moglie DEL PRETE, o del fratello di RONGA, Domenico. Ricordo inoltre che
RONGA aveva una decina di ditte individuali formalmente intestate a terzi ma a lui
riconducibili. RONGA aveva diversi negozi nel settore dell’abbigliamento. Ricordo con
certezza che gli assegni erano tratti da un conto corrente della UNICREDIT banca, forse
filiale di Caserta. Ricordo come già vi ho detto che in prossimità della scadenza io davo al
RONGA i soldi liquidi per coprire gli assegni dati a BERTINI. Non escludo che l’incasso di
questi assegni possa essere stata fatta proprio da SIMEOLI Angelo o attraverso costui.
Questa prima dazione al BERTINI è quindi del febbraio 2006. Successivamente poiché
“l’affare”, cioè la cessione della concessione non andò in porto, SIMEOLI Angelo ci disse
che dovevamo dare 200 mila euro a BERTINI, aggiungendo che si era assunto l’impegno
con il BERTINI se avesse costruito lui il PIP, cioè se avesse avuto lui la concessione.
ADR: come la S.V. mi chiede accettammo di assumerci l’impegno di SIMEOLI verso
BERTINI poiché sapevamo che al comune di Marano non si muoveva foglia se non lo
decidevano BERTINI e IACOLARE. Infatti, nonostante all’epoca credo che i due non
fossero presenti nell’amministrazione comunale, il sindaco PERROTTA, l’assessore
SGARIGLIA ed altri tra cui tale PASSARIELLO, erano manovrati da BERTINI e
IACOLARE e quindi temevamo dei “condizionamenti ambientali” che potessero impedirci
di portare a termine la concessione del PIP. Ricordo a tal proposito che il comune, nel
2008, tentò di cambiare la convenzione senza interpellarci come concessionario
dell’opera. Tale modifica non ebbe seguito proprio evidentemente per i buoni uffici di
BERTINI e IACOLARE a seguito dei pagamenti da noi ricevuti.
ADR: come la S.V. mi chiede decidemmo di assumerci anche l’impegno di affidare parte
del movimento terra, per un totale di 75 mila euro su un importo molto più elevato, più di 2
milioni di euro, alla ditta degli SCICCONE su richiesta di SIMEOLI Angelo.
Quando quindi la trattativa con SIMEOLI Angelo non andò in porto, il predetto SIMEOLI mi
disse che avrei dovuto pagare io i 200 mila euro che lui si era impegnato a dare a
BERTINI. In realtà a BERTINI non interessava chi costruiva il PIP gli interessavano solo i
suoi soldi. Devo dirvi che all’inizio la preferenza di BERTINI era verso la ditta GIUSTINO.
Dico ciò in quanto la GIUSTINO COSTRUZIONI fu invitata nonostante non avesse i
requisiti previsti dal bando che erano il capitale sociale, che noi avevamo e che GIUSTINO
non aveva, o in alternativa la realizzazione e la gestione di impianti similari a quelli oggetto
della concessione nel quinquennio precedente alla gara. Per altro il rapporto tra la GIUSTINO e BERTINI era pregresso in quanto la cooperativa di BERTINI aveva fatto dei lavori per conto della GIUSTINO.
Quando siamo entrati noi BERTINI ha visto alterati i suoi piani. Devo dirvi che quando si è trattato di pagare BERTINI su sollecitazione ancora una volta di SIMEOLI abbiamo provveduto una prima volta a portargli 50 mila euro in contanti che ho portato io alla masseria di SIMEOLI nel 2008. Erano presenti BERTINI e SIMEOLI Angelo.
ADR: devo precisarvi che la masseria in cui ho consegnato i soldi a BERTINI è la stessa
masseria nella quale vi è stato l’incontro tra me, mio fratello Aniello, SIMEOLI Angelo ed alcuni dei suoi figli, BRUNO Giuseppe, BERTINI Mauro, l’ingegnere GIANNELLA e Nico
SANTORO, di cui vi ho già parlato. In quella riunione noi discutevamo del modo con il
quale dovevamo trasferire la concessione a SIMEOLI Angelo. Questa riunione però io la
ricordo nel luglio del 2006. Nel 2008 incominciammo i primi lavori come vi ho detto nel frattempo era subentrata la giunta PERROTTA. Intanto ad aprile/maggio del 2009 BERTINI in comincia a fare dei manifesti contro PITOCCHI da poco nominato a capo dell’UTC. Nel frattempo incontro Biagio IACOLARE che mi dice che BERTINI mi cercava. La stessa imbasciata me la dice SGARIGLIA (non indagato, ndr). Così tramite ed in compagnia di mio cognato Pasquale GRANATA lo raggiunsi presso la sua casa di campagna dove BERTINI aveva la fattoria didattica.
In quel luogo mi appartai con BERTINI il quale mi disse che non avevamo ancora
ottemperato al pagamento della restante parte di denaro pattuita e che aveva delle
difficoltà economiche. Durante il tragitto di ritorno Pasquale mi disse se potevo aiutare
BERTINI perché aveva fatto esporre la compagna con le banche anche su terreni che
confinavano con quelli del GRANATA stesso. Quando a casa del BERTINI ci appartammo
io e lui, BERTINI mi chiese se potevo dargli la differenza che gli dovevo in quanto doveva
pagare le banche ed anzi mi parlò di ulteriori problematiche sempre con le banche. Io mi
resi disponibile a metterlo in contatto con il dottore COSTA, consulente mio amico, tanto
che lo contattai davanti a lui e gli fissai un appuntamento a Sant’Antimo dopo un paio di
giorni. Dopo un paio di giorni vennero da me BERTINI, la compagna ed il dottore COSTA.
Presenti io e mio fratello. BERTINI espose la situazione debitoria a COSTA il quale si
impegnò ad aiutarlo. Nel frattempo però io e mio fratello portammo BERTINI in altra
stanza e gli demmo 50 mila euro in contanti, cercando di chiudere la partita secondo la
mia convinzione. In mia presenza il dottore COSTA rassicurò BERTINI, su mio suggerimento, che gli avrebbe risolto il problema con un saldo e stralcio facendogli pagare di meno di quello che doveva alle banche.
ADR: come la S.V. mi chiede ricordo che quando BERTINI venne all’appuntamento con
COSTA gli mostrò alcuni documenti della sua situazione debitoria. In quella circostanza
COSTA gli chiese anche altri documenti per avere uno studio completo della situazione di
BERTINI e della compagna e risolvergli così il problema.
ADR: ho raccontato al GRANATA Pasquale di essere stato costretto a pagare il BERTINI.
La stessa confidenza la feci anche a COSTA nella circostanza.
Nei mesi successivi BERTINI ha tentato di mandarmi a chiamare tramite l’assessore
SGARIGLIA. Devo dire che SGARIGLIA anche per il passato, quando mi vedeva sugli
uffici comunali, mi riferiva che BERTINI mi cercava. Analogamente devo dirvi che la volta
scorsa non mi sono ricordato che invece per conto di IACOLARE mi contattava spesso
ALBANO Pasquale, suo fedelissimo.
ADR. La S.V. mi chiede che rapporti c’erano tra BERTINI e SIMEOLI Angelo. Devo dirle
che quando li ho in contrati insieme i due non facevano mistero del rapporto che c’era tra
di loro. Del fatto che avevano pattuito 200 mila euro ne parlavano liberamente, tanto che
tale tipo di rapporto tra i due mi parve essere naturale. Tra l’altro che SIMEOLI Angelo
pagasse BERTINI per le operazioni di speculazione autorizzate sul territorio lo avevo
saputo da DI GUIDA Antonio che avevo conosciuto per caso verso la fine del 2008 e
l’inizio del 2009 fuori all’anticamera del sindaco PERROTTA. Ci presentammo e ci
scambiammo i numeri di telefono. Di lì a poco DI GUIDA mi chiamò per chiedermi tramite mio fratello Luigi una candidatura in Forza Italia, cosa che non fu possibile perché a seguito dell’accordo su base provinciale e regionale, DE MITA aveva vietato la candidatura in Forza Italia di un maranese. Negli anni successivi abbiamo coltivato questa amicizia con Antonio DI GUIDA e fu proprio lui a dirmi che SIMEOLI Angelo gli aveva riferito di avere pagato a BERTINI una tangente per la masseria GALEOTA, io così mi ricordo. Per altro devo anche dirvi che SGARIGLIA nel corso del dibattimento ha detto di essere passato per caso davanti alla masseria GALEOTA e di essersi meravigliato che i lavori erano stati autorizzati con una semplice DIA.
Io non credo alla sua versione perché lui era tutt’uno con BERTINI e per altro di lì a
poco diventò nuovamente assessore all’urbanistica e quindi se avesse voluto avrebbe
potuto in autotutela ripristinare le illegalità relative a tale speculazione edilizia.
Quanto a IACOLARE devo dirvi che tutti i pagamenti che noi avevamo fatto fino al
2008 a BERTINI davamo per scontato che fossero pagamenti anche a IACOLARE. In
realtà non era così. Quando iniziammo i lavori delle opere di urbanizzazione del PIP a
marzo 2008 presentammo il primo SAL che non ci fu pagato. Il responsabile del comune
che avrebbe dovuto deliberare il pagamento era MICILLO. Quest’ultimo era uomo di
fiducia di IACOLARE, messo lì politicamente proprio da IACOLARE. Lo stesso era capo
dell’UTC di Marano e RUP della procedura del PIP. Neanche ci fu pagato il SAL di luglio 2008, il secondo che presentammo e quando andammo da MICILLO per l’ennesima volta a sollecitare, MICILLO disse a me che dovevo andare a parlare con IACOLARE Biagio.
Ed infatti ricordo che andammo a casa di IACOLARE, io e mio fratello Aniello, ed il
predetto mi disse che non gli avevamo dato niente. Noi dicemmo che avevamo pagato a
BERTINI e che pensavamo fosse una cosa. Ma il predetto mi disse, BERTINI è una
cosa ed io sono un’altra. Così ci accordammo, ricordo che era Luglio, di dargli il 5%
su ogni SAL. In realtà lui voleva il 10% e subito in quella sede mi chiese un anticipo
di 10 mila euro che noi gli consegnammo qualche giorno dopo. I pagamenti a
IACOLARE sono avvenuti sempre con denaro contante. Subito dopo tale incontro e
tale pagamento si sbloccarono i SAL ed anzi a settembre successivo fu firmato il
mandato di pagamento sia del SAL di marzo che di luglio. Poi materialmente pagati
a dicembre del 2008 in occasione del quale diedi a IACOLARE circa 50 mila euro.
Ho ulteriormente dato a IACOLARE 90 mila euro circa a febbraio del 2009 in
occasione del pagamento del terzo SAL ed infine, ad agosto 2009, ho versato a
IACOLARE altri 25 mila euro in occasione dell’ultimo SAL che abbiamo incassato.
ADR: i pagamenti a IACOLARE avvenivano sempre presso la sua abitazione, sempre in
contanti, in un paio di volte è stato presente anche mio fratello Aniello.
Tornando a MICILLO come vi ho detto il predetto mi disse quando gli sollecitavo il
pagamento dei SAL mi disse che non poteva fare nulla senza l’avallo di IACOLARE, anzi
mi disse testualmente: “chiarisciti con IACOLARE e poi siamo a posto”. In realtà il
MICILLO lo conoscevo d a tempo perché aveva comprato una casa da mio suocero
ubicata alle spalle della mia abitazione. Lo avevo visto crescere. E infatti conoscevo anche
il padre con il quale il padre è venuto a fare l’atto di donazione presso di me dal mio
notaio MILILOTTI che pagai. Rispetto alla versione che ho già rso devo solo
aggiungere che a MICILLO ho ulteriormente dato 5 mila euro – per l’atto il notaio
prese di meno forse introno ai 2.500 euro – mentre i 5 mila euro il MICILLO me li
chiese perché era presidente della commissione per l’assegnazione dei capannoni,
funzione per la quale mi chiese questi soldi chiaramente in contanti ed a nero.
ADR: non credo che questi soldi fossero da me dovuti.
Quanto ai rapporti con PERROTTA siccome nel frattempo era diventato sindaco, nel 2008
ci vedevamo spesso e ci prendevamo il caffè. Ad un certo punto, proprio sul comune, il
predetto mi disse che aveva necessità di portare avanti le casse del partito e mi chiese se
ogni tanto potevo dargli un contributo ed aggiunse:”io non sono così stupido da non
sapere che hai pagato a BERTINI e a IACOLARE io ti chiedo solo un contributo
politico per il partito, quando puoi”. Ed infatti tra il 2008 ed il 2010 gli ho dato dai 15 ai
20 mila euro distribuiti nei mesi, in contanti, a volte di 1000 a volte di 2 mila , come
capitava.
ADR: tale richiesta avvenne prima della nomina di PITOCCHI ed anzi il predetto
PERROTTA ebbe anche un divieto di dimora e io lo andai a trovare nell’albergo dove
soggiornava. Ricordo che PERROTTA mi chiese notizie su PITOCCHI dicendomi: “ti fa piacere se nominiamo PITOCCHI?”. Il nome del PITOCCHI gli era stato fatto da SANTORO il quale era stato suo allievo in passato.
Devo anche precisarvi infine i miei rapporti con il geometra SILVESTRI del comune di
Marano. Nel 2008, due tre mesi prima di presentare le richieste di concessione per i
capannoni del PIP, SILVESTRI mi chiese se potevo assumere, non ricordo, se il fratello o
il figlio anche con mansioni di autista dei camion. Io lo rassicurai che appena iniziati i lavori
avremmo cercato di assumerlo. Dopo due o tre mesi io e mio fratello ci recammo al
comune e litigammo con il predetto SILVESTRI ed anche con BUONOCORE (non indagato, ndr), che era del suo stesso ufficio, perché SILVESTRI diceva che noi dovevamo presentare le concessioni seguendo il protocollo generale secondo l’iter normale. Io cercavo di spiegare che la nostra era una situazione diversa ma il predetto non volle sentire ragioni. Per altro quando venivano richieste delle integrazioni alle concessioni che presentavamo sistematicamente tali integrazioni, che presentava l’ingegnere SANTORO, andavano perse. Ritengo che tale circostanze erano riconducibili dolosamente alla richiesta disattesa di provvedere all’occupazione del familiare di SILVESTRI.
ADR: abbiamo effettuato, nei termini già descritti, una sola riunione presso la masseria di
SIMEOLI in cui era presente BRUNO Giuseppe, BERTINI e gli altri, avvenuta nel mese di
luglio del 2006. La seconda riunione, così come già vi ho detto in altri interrogatori, non è
avvenuta come dice BRUNO a Sant’Antimo bensì a Frattamaggiore. La stessa è avvenuta
a settembre del 2006. In questa circostanza non era presente BERTINI Mauro ma solo
SIMEOLI Angelo, suo genero Carlo, io, mio fratello, BRUNO Giuseppe e certamente DI
NUNZIO Salvatore. ..omissis…”
Quindi – scrivono gli inquirenti nelle 167 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare – i Cesaro confermano plurime corruzioni/concussioni nei confronti di Bertini –Iacolare – Micillo – Perrotta ciascuna, a ben guardare, si attaglia ad una fase del PIP e funge da elemento ungente: anche la dazione a Perrotta si aggancia alla nomina di Pitocchi”.
Tutte le persone citate dai Cesaro, indagati e non, possono contattare la nostra redazione o inviarci note di replica.
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