Matteo Salvini vuole le urne il prossimo 13 ottobre. “Restituiamo la parola agli italiani. Senza tornare al vecchio: se devo mettermi in gioco, lo faccio sereno, da solo e a testa alta. Poi, potremo scegliere i compagni di viaggio…”. Il vicepremier ora si candida premier. Apre la sua campagna elettorale solitaria. Chiede la riapertura del Parlamento nei prossimi giorni, vietato andare al mare a Ferragosto: “I deputati e senatori devono alzare il c…, anche la settimana prossima. E chi non viene, è perché vuole tenersi la poltrona. Poveri, mi dicono riapriamo il 20, il 30 agosto… I deputati della Lega sono pronti, se serve anche domenica”.
Salvini in questo frangente, ma non solo in questo, gestisce tutto in solitudine: all’interno della Lega tutti sono a caccia di notizie sulle intenzioni del leader.
Luigi Di Maio insiste sul voto del 9 settembre per il taglio di 345 parlamentari. Per i leghisti “è soltanto il relitto a cui si aggrappa Di Maio per tirare in là”. Matteo Salvini non vuole quel voto non perché diminuirebbe le poltrone: “Per noi le poltrone valgono meno di zero”. Il taglio dei parlamentari allontana le elezioni a data ignota, occorre come minimo il tempo per ridisegnare i nuovi collegi. “Ma a quel punto campa cavallo”, ribadisce Salvini ai suoi.
“Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”, aveva detto una nota della Lega. “Non vogliamo poltrone, rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”. La risposta di Luigi Di Maio: “Noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla. C’è una riforma epocale a settembre che riguarda il taglio di 345 parlamentari. Votiamola subito e poi
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