Terremoto a Ischia, dopo gli errori è anche scontro sulle consulenze

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Sul banco degli imputati i vertici di Ingv e Osservatorio Vesuviano, rei, a detta di Boschi, «di aver mostrato dati incerti e discutibili nelle ore immediate al sisma del 21 agosto, fornendo quelli più corretti soltanto quattro giorni dopo». Questo avrebbe comportato «una perdita di credibilità, difficile da recuperare se non dopo l’ammissione di colpa. Ma ora i tempi delle sole scuse non bastano più: occorrono chiarimenti su tutto e le dimissioni, perché sono emersi dubbi su organizzazione e validità tecnica della sorveglianza in una zona tra le più pericolose al mondo». E da qui le dodici domande affidate a Facebook, che sta amplificando a dismisura la vicenda grazie a centinaia di condivisioni e commenti. Boschi chiede prima di tutto informazioni su personale e competenze. E poi aggiunge quesiti sul progetto di sviluppo di energia geotermica a Ischia da parte di una società privata, riguardo «il coinvolgimento di ricercatori pagati dalla Protezione Civile incaricati di partecipare al progetto e localizzare in mare il terremoto abbassandone la magnitudo per non compromettere definitivamente il lucroso progetto di sviluppo dell’energia geotermica». Boschi si riferisce al progetto di Ischia Geotermia del Gruppo Gavio per la realizzazione a Serrara Fontana di un impianto di produzione di energia elettrica alimentato dal liquido geotermico estratto da 2 pozzi di produzione e re-iniettato nel sottosuolo in un altro pozzo. Abbiamo voluto vederci chiaro, acquisendo molti documenti che chiariscono la questione.

Il progetto ha avuto fin dalle prime battute una considerevole attenzione da parte di associazioni, politici, scienziati tra cui il geologo Franco Ortolani e il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, tutti preoccupati per eventuali danni ambientali ma anche per ciò che avrebbero potuto provocare le reiniezioni. Tutto materiale archiviato dal ministero dell’Ambiente che ha accumulato 199 documenti per la procedura di Valutazione Impatto Ambientale avviata nel giugno 2015. Sui documenti, poi, affiora una stranezza per un ente istituzionale: l’Osservatorio Vesuviano viene indicato come partner del consorzio per la realizzazione dell’impianto con tanto di logo in copertina. Sulla questione abbiamo provato a contattare il direttore Bianco che purtroppo non si è resa disponibile per «una importante riunione» che si sarebbe protratta fino a notte.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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