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A quasi venticinque anni dal suo brutale assassinio, il nome di Giulio Giaccio torna a chiedere giustizia. Il 7 novembre la Corte d’Appello sarà chiamata a decidere se riconoscere o meno l’aggravante mafiosa per l’omicidio del giovane di 26 anni, ucciso nel 2000 dal clan Polverino e poi sciolto nell’acido. Una vicenda segnata da silenzi, depistaggi e omissioni, che oggi rischia di non essere considerata un crimine di mafia, nonostante l’evidente matrice camorristica.
Libera, la Fondazione Pol.I.S. e il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità chiedono alle istituzioni di ristabilire la verità e riconoscere a Giulio lo status di vittima innocente di mafia.
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