Minacce alla figlia di Meloni, sospeso Addeo fino alla definizione del procedimento disciplinare. Provvedimento sacrosanto

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Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Campania ha disposto la sospensione cautelare di Stefano Addeo, il docente del Liceo «Medi» di Cicciano (NA), dopo le minacce rivolte alla figlia della premier Meloni sul suo profilo Facebook. La decisione, si spiega, è stata presa «per garantire e tutelare la serenità della comunità scolastica» e sarà valida fino alla definizione del procedimento disciplinare nel «rispetto della procedura prevista dalla normativa».

«In data odierna, nel rispetto della procedura prevista dalla vigente normativa, l’Ufficio scolastico regionale per la Campania – si legge in una nota dell’ufficio diretto da Ettore Acerra – ha avviato il procedimento disciplinare a carico del docente del Liceo `Medi´ di Cicciano (Na), a seguito di quanto da lui pubblicato sul suo profilo Facebook». Il docente ieri pomeriggio aveva tentato il suicidio, sopraffatto dalle pressioni in seguito alle sue esternazioni sui social: ma aveva avvisato la dirigente, che aveva allertato i carabinieri, facendo scattare i soccorsi.

Ma la decisione di sospenderlo era nell’aria. Il direttore dell’ufficio si era detto sconcertato per le sue dichiarazioni, e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva preso una chiara posizione politica, pur non entrando nel merito della decisione sui provvedimenti da prendere: «Chi adotta comportamenti o linguaggi violenti è incompatibile con la professione del docente».

Stefano Addeo, 65 anni, insegna tedesco in un istituto di Cicciano: il post che lo ha messo al centro delle accuse augurava alla figlia di Meloni la fine atroce di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola. Ma a pesare sul suo profilo c’erano anche altre dichiarazioni, sempre pubblicate sui social, contro figli di ministri e contro rappresentanti politici. Dopo la tempesta mediatica contro di lui, l’uomo aveva scritto una lettera aperta per chiedere scusa alla premier e chiedere di incontrarla: una richiesta che da palazzo Chigi era stata accolta con favore. Ma il tentativo di suicidio fallito e, oggi, il provvedimento disciplinare nei suoi confronti hanno messo in secondo piano l’ipotesi dell’incontro. «Mai, nelle mie intenzioni, vi era l’idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore», scriveva Addeo.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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