Il dubbio era nato perché la norma veneta prevede che le elezioni siano convocate in primavera. Anche a costo, secondo Zaia e i leghisti, di scavallare di qualche mese la scadenza dei cinque anni prevista dalla legge nazionale. Un’ipotesi che avrebbe permesso al “doge” leghista di gestire in prima persona le Olimpiadi invernali di febbraio 2026. E al centrodestra, di garantirsi del prezioso tempo in più per sciogliere il nodo del successore, casella contesa tra Lega (che invoca la continuità con il non più ricandidabile Zaia) e Fratelli d’Italia, che invece vuol far pesare il primato conquistato nella regione alle Europee. Una questione che andrà risolta invece nelle prossime settimane, dal momento che «la data di svolgimento delle consultazioni elettorali degli organismi regionali – scrive il Consiglio di Stato – deve risultare conforme alla durata degli organi elettivi stabilita dalla legge statale».