Super attivismo, frenetico attivismo post insediamento della commissione d’accesso agli atti in municipio. Dall’arrivo degli ispettori, l’amministrazione cittadina – con un tempismo “perfetto” – ha acquisito diversi beni al proprio patrimonio, tra cui alcuni capannoni dell’area Pip, che però sono sub iudice poiché c’è un magistrato, a Napoli nord, che a breve deciderà se la revoca unilaterale della convenzione tra il Comune e i Cesaro, voluta dall’ente anni fa, è realmente legittima. E poi non passa giorno che non vi sia un annuncio sui beni confiscati alla camorra. L’ultimo è quello relativo alla villa di Polverino, ma come chiarito ieri in un nostro articolo non si tratta della villa bunker del “Barone”, bensì di una ancora occupata e che tra qualche settimana o mese sarà consegnata al Comune. Attivismo del sindaco, iper attivismo della sua più forte alleata, la Nilde Iotti locale, che non perde occasione per difendere il municipio e una giunta che, prima dell’arrivo della commissione, non aveva certo brillato e su tanti fronti. Iper attivismo che sarà sicuramente censurato, nella futura relazione, dai commissari che oggi indagano sul Comune. Le cose si fanno prima e non dopo, punto.
La strategia di Morra e dei suoi sodali, una parte del centrodestra e la leader dell’estremissima sinistra, è ben chiara agli addetti ai lavori e a chi mastica un po’ di politica, non certo ai suoi seguaci e a quelli che ancora oggi riscaldano tavolini e sedie dei bar in attesa di ottenere una piccola prebenda. Da un lato si cerca la strada di interpellare gente a livello nazionale che possa in qualche modo interferire su certe decisioni; dall’altra ci si prepara già al possibile ricorso al Tar dopo l’avvenuto scioglimento. Morra vuole dimostrare di aver lavorato tanto su certi temi, un modo per oscurare altre vicende avvenute nel corso della consiliatura. Qualcuno abboccherà? Lui ci proverà, è testardo ed è convinto che alla fine riuscirà a spuntarla. E’ un azzardo (he is gambling with Marano future, per parafrasare Donald Trump), se si fosse dimesso avrebbe salvato sicuramente il municipio da ogni ombra. Ma i consigli buoni lui non li accetta: lui ha fiducia nei “luonghi”.
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