Ce n’è per tutti i gusti e ci sarebbe tanto da indagare su questa vicenda che ha del clamoroso. Parliamo sempre della procedura sui box confiscati alla criminalità organizzata (famiglia Simeoli) ubicati in via Adda, assegnati provvisoriamente, in attesa delle verifiche antimafia, a 7 istanti, tra i quali figura anche la moglie del consigliere comunale Nunzio Rusciano.
Con una serie di intrecci amministrativi, voluti o non voluti, poco importa (questo non lo possiamo stabilire noi), si sarebbero create in qualche modo le condizioni tali da consentire alla moglie del consigliere di presentare domanda e ottenere – almeno fino ad oggi e in via provvisoria – il box confiscato alla criminalità organizzata. Le modifiche al regolamento sulla destinazione e utilizzo dei beni confiscati, approvate in data 7 novembre 2024, che contemplano una clausola che impedisce l’assegnazione dei beni confiscati ai familiari dei pubblici amministratori, sono state pubblicate, sull’albo pretorio comunale, il 18 dicembre. E dalla data del 28 dicembre, 10 giorni dopo, sarebbero pertanto valide.
Nella delibera di modifica al regolamento, come si legge nel certificato di pubblicazione, si evince che l’atto sarebbe divenuto esecutivo 10 giorni dalla data di pubblicazione, avvenuta il 18 dicembre. Per questo le modifiche sono da ritenersi valide solo dopo il 28 dicembre 2024, motivo per cui la moglie del consigliere comunale – quando presentato l’istanza – era formalmente in possesso dei requisiti ma – almeno per un principio etico e di opportunità – avrebbe fatto meglio a non partecipare.
Ma a questo punto ci chiediamo come sia possibile che un regolamento approvato il 7 novembre 2024 venga pubblicato dopo un mese e 11 giorni, ovvero 41 giorni dopo, e venga reso esecutivo dal 28 dicembre 2024?
Com’è possibile che, contestualmente, si avvii una procedura per l’assegnazione di beni confiscati, nelle more dell’entrata in vigore di modifiche così importanti, tali da non suscitare ombre e sospetti, e non si attenda che sia operativa la clausola di incompatibilità per l’assegnazione di beni in favore di consiglieri comunali, amministratori o loro parenti?
Com’è possibile che nella delibera di approvazione delle modifiche al regolamento sull’utilizzo dei beni confiscati si voti l’immediata eseguibilità e poi nel certificato di pubblicazione si dia atto che il provvedimento entri in vigore 10 giorni dopo la pubblicazione? Siamo al paradosso più estremo. Il pasticcio amministrativo è palese. E ora la Commissione non potrà far valere la clausola di incompatibilità, all’esito delle verifiche antimafia, e la moglie del consigliere potrebbe ottenere persino l’aggiudicazione definitiva.
E’ ora che si faccia chiarezza su questa assurda vicenda, sollevata dal nostro portale, come sempre attento sulle vicende più scabrose, che inizia ad assumere contorni a dir poco poco chiari. Come bisogna fare chiarezza sulle domande protocollate in sequenza, nello stesso giorno e sembra da un’unica persona e sulla presenza del sindaco durante i lavori della commissione di gara.
Giungono conferme. Il bando non prevedeva cause di esclusione per parenti e consiglieri comunali, motivo per cui la delibera sulle modifiche al regolamento non era ancora in vigore a causa della pubblicazione posticipata di oltre 50 giorni. Ecco i requisiti richiesti: