In un’epoca in cui il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico occupano il centro del dibattito pubblico, c’è un’insidia domestica spesso ignorata ma altrettanto pericolosa: la cucina a gas. Nonostante sia stata a lungo pubblicizzata come un’alternativa pulita, il gas naturale bruciato nei fornelli rilascia una serie di inquinanti tossici, tra cui metano, benzene, biossido di azoto (NO₂) e anidride carbonica. Questi elementi non solo compromettono la qualità dell’aria nelle nostre case, ma pongono anche gravi rischi per la salute pubblica. Secondo un recente studio condotto dall’Università Jaume I di Castellón, l’uso dei fornelli a gas potrebbe essere responsabile di circa 36mila morti premature all’anno in Europa, un dato che mette in luce un problema finora sottovalutato.
L’impatto del biossido di azoto è particolarmente preoccupante. Durante la combustione, le concentrazioni di NO₂ all’interno delle abitazioni superano frequentemente i limiti di sicurezza stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo avviene in circa 14 paesi europei, con Italia, Polonia, Romania, Francia e Regno Unito tra i più colpiti. Nelle cucine poco ventilate o durante sessioni di cottura prolungate, i livelli di inquinamento possono raggiungere valori estremamente pericolosi. Il biossido di azoto è infatti un noto irritante delle vie respiratorie e contribuisce all’insorgenza di malattie croniche come l’asma. I dati sono inquietanti: ogni anno si stimano circa 367mila nuovi casi di asma infantile e oltre 726mila casi totali collegati ai fornelli a gas in tutta Europa.
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