MARANO, INCHIESTA RIFIUTI D’ORO. TRA GLI INDAGATI VITTORIO IORIO, GIA’ IN PASSATO AL CENTRO DI UNA VICENDA PER TRUFFA AI DANNI DEL COMUNE. ECCO COME ANDO’ NEL 2009

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Correva l’anno 2009 e Vittorio Iorio, uno degli indagati nel filone rifiuti d’oro, inchiesta condotta dalla Procura Napoli nord, che ha chiesto l’arresto dello stesso Iorio e di un altro dipendente comunale, Domenico Abbatiello, per ipotesi connesse a reati di corruzione, turbativa d’asta e associazione a delinquere, finiva al centro di un’altra bufera amministrativa.

Non tutti lo ricordano, men che meno la maggioranza dei cittadini, ma sicuramente tanti addetti ai lavori.

Iorio, insieme ad altri due dipendenti, fu accusato dal Comune in cui lavorava e attualmente lavora di aver perpetrato una truffa ai danni delle casse dell’ente. In pratica lui e gli altri due dipendenti coinvolti avevano percepito stipendi più alti di quelli a loro realmente spettanti. Per questo caso si riunì la commissione disciplinare del Comune, che aveva il compito di esaminare il caso. Gli estremi per il licenziamento sembravano esserci, ma le cose finirono diversamente almeno per due dei tre coinvolti.

Gli ideatori dell’ingegnoso sistema – secondo quanto comunicato a suo tempo dal Comune e in particolare dal presidente della commissione disciplinare operativo in quel periodo, Bruno Gagliardi – avevano agito, attraverso la conoscenza di un’apposita password in uso a un dirigente comunale, direttamente sui bonifici bancari, gonfiati anche del cinquanta e oltre per cento rispetto alle buste paghe che, invece, non presentavano alcuna anomalia. All’epoca si parlò di una truffa per un importo tra i 100 e i 200 mila euro.

Sulla vicenda, denunciata alle autorità competenti dai dirigenti e segretario comunale dell’epoca, De Biase e Ferrara, indagarono a lungo anche i carabinieri della tenenza cittadina. Iorio e gli altri due furono sospesi per qualche tempo dal servizio. Una di loro, che si autoaccusò (fu inviata una lettera all’allora sindaco Perrotta) di aver ordito la truffa e di averlo fatto senza comunicarlo agli altri, fu invece licenziata. Iorio e l’altra dipendente non licenziata – al termine di una lunga querelle politico-amministrativa e giudiziaria – furono reintegrati e si accordarono con l’ente cittadino per la restituzione delle somme indebitamente percepite. Somme poi effettivamente restituite.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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