Il Viminale ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di preparare i ricorsi contro la sentenza del Tribunale di Roma che ha bocciato il trattenimento dei 12 migranti in Albania, trasferiti in Italia sabato scorso dopo la mancata convalida. La decisione era nell’aria. Qualche giorno fa il ministro degli Interni aveva annunciato: “Rispetto i giudici ma porteremo avanti la nostra battaglia e presenteremo ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione”.
Intanto il governo con il decreto presentato nella serata di ieri ha cercato di parare i colpi delle toghe che sfidano l’esecutivo cercando di fare a pezzi il protocollo Italia-Albania: “Ieri è stato emanato il decreto legge per l’individuazione dei Paesi sicuri e ciò si è reso necessario anche in considerazione di una serie di sentenze delle sezioni territoriali specializzate che ritenevano di poter superare quello che era previsto all’interno dell’esistente decreto interministeriale. Il tribunale di Roma, in particolare, con riferimento ai migranti che erano stati trasferiti in Albania, che avrebbe dovuto convalidare il trattenimento per le procedure accelerate di frontiera e quindi rimandarli in Egitto e in Bangladesh ha ritenuto di poter decidere autonomamente che quelli non fossero paesi sicuri. Il governo, quindi, ha ritenuto di elevare a rango di norma primaria quello che prima era individuato all’interno di un decreto interministeriale: ad oggi i paesi sicuri sono 19 e dunque il protocollo Italia-Albania andrà avanti come previsto”, ha affermato la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile immigrazione Fdi. Insomma le toghe dovranno prepararsi a un altro round.
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