Le prime coltellate a Giulia a 150 metri da casa. Poi le urla, lo scotch, il sangue

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Giulia Cecchettin, in una foto tratta da Instagram. INSTAGRAM GIULIA CECCHETTIN +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++
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Gli investigatori e la procura hanno messo i primi punti fermi nella ricostruzione dell’assassinio di Giulia Cecchettin. Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo, viene spiegato come probabilmente la prima aggressione nei confronti della ragazza sia stata perpetrata da Filippo Turetta, “probabilmente servendosi di un coltello“, a 150 metri dall’abitazione dell’ex fidanzata, dove un testimone ha raccontato al 112 di aver assistito a una lite furiosa.

Quella che le immagini della fabbrica di Fossò riprendono è la seconda aggressione subita da Giulia, quella fatale, mentre lei tentava la fuga. In quell’occasione, secondo la ricostruzione finora effettuata, Turetta potrebbe non aver usato un coltello ma quando spinge Giulia, già ferita, lei batte la testa. A quel punto l’aggressore la carica in macchina e poi la trasporta fino al lago in cui poi la nasconde. Lo scotch che è stato rinvenuto in uno dei luoghi dell’aggressione e sul cadavere della ragazza, come si legge nell’ordinanza, è stato applicato “probabilmente per impedirle di gridare”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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