12.3 C
Napoli
lunedì, Marzo 20, 2023
Il Sud è in una sorta di oblio: terra schiacciata dai propri...

Il Sud è in una sorta di oblio: terra schiacciata dai propri limiti e dimenticata da tutti

0
MOUSE ITALIA EUROPA CARTINA GEOGRAFICA
537 Visite

Il Sud è in una sorta di oblio: una terra schiacciata essenzialmente dall’assistenzialismo sfrenato, dalla corruzione, dalle mafie ma dimenticata anche dalla politica nazionale. Esso, se va bene, è un “problema” la cui soluzione è eventualmente demandata ai meridionali che, come la Grecia anni fa, non ha fatto il suo dovere, ha sperperato le risorse, ha favorito la corruzione e ha permesso ogni furbesco aggiro delle regole. Da questo punto di vista, le ultime forti immagini che ci ha lasciato il 2022 erano quelle di Ischia: frane e case in pericolo.

Una parte fondamentale del nostro paese soffre di due problemi centrali. Il primo è l’incapacità conclamata di molte sue élite politico-amministrative che, per assenza di conoscenze tecniche o per ragioni semi-clientelari, non sono in grado di gestire efficientemente le regioni, i comuni. Il secondo è il preoccupante disinteresse politico nazionale verso il Mezzogiorno. Ha ragione l’economista Gianfranco Viesti a suggerire, ormai da anni, che le politiche industriali e di investimento pubblico mancano. Queste tendenze erano palesi almeno sono peggiorate con la crisi economica globale. Le risorse “meridionali” sono state come un “bancomat” per altri fini e in altri luoghi.

Si è preferita una politica di abbandono, la quale fa il pari con il senso di solitudine percepito in alcune zone del Sud. Quest’ultimo “sparisce”, come se esso fosse una faccenda secondaria e irrisolvibile o come se l’interconnessione tra le due economie nazionali non fosse importante. Il chiaro disinteresse si è palesato in queste ultime elezioni legislative. A parte qualche vuota enunciazione di principi, il Mezzogiorno era essenzialmente relegato, con pochissime eccezioni, a qualche riga dei programmi. Non abbiamo nessuno che inizi politicamente un discorso pubblico per rilanciare la parte che ha sofferto maggiormente la crisi finanziaria e la pandemia. Lo smart-working o south-working poteva essere un’occasione, ma per rilanciare i borghi servono anche una serie di servizi (in particolare per le giovani coppie). Non esiste però una visione politica per realizzare ciò.

Si è preferita una politica di abbandono, la quale fa il pari con il senso di solitudine percepito in alcune zone del Sud. Quest’ultimo “sparisce”, come se esso fosse una faccenda secondaria e irrisolvibile o come se l’interconnessione tra le due economie nazionali non fosse importante. Il chiaro disinteresse si è palesato in queste ultime elezioni legislative. A parte qualche vuota enunciazione di principi, il Mezzogiorno era essenzialmente relegato, con pochissime eccezioni, a qualche riga dei programmi. Non abbiamo nessuno che inizi politicamente un discorso pubblico per rilanciare la parte che ha sofferto maggiormente la crisi finanziaria e la pandemia. Lo smart-working o south-working poteva essere un’occasione, ma per rilanciare i borghi servono anche una serie di servizi (in particolare per le giovani coppie). Non esiste però una visione politica per realizzare ciò.

In sintesi, non siamo più in una logica risorgimentale per cui il “problema” era “italiano”. Siamo in pratica lontanissimi da un fruttuoso confronto sul Mezzogiorno. La questione meridionale, infatti, aveva visto gli interventi di intellettuali e politici illustri. Il meridionalismo era parte integrante del dibattito pubblico e culturale e, fino agli anni Ottanta, l’increscioso dualismo Nord-Sud era stato trattato in un contesto nazionale soprattutto con una serie di politiche pubbliche, interventi straordinari, Cassa per il Mezzogiorno e partecipazioni statali.

Oggi serie riflessioni come quelle di Viesti o dell’associazione Riabitare l’Italia sui rapporti tra centri e periferie sarebbero essenziali viste le disparità crescenti e la necessità di ripensare un intero modello di sviluppo economico. Tuttavia questa elaborazione manca sia ai novelli sudisti che alla classe politica nazionale: è cresciuto, al contrario, l’appeal di localismi leghisti e micronazionalismi neoborbonici che hanno minato il concetto di solidarietà nazionale e a cui la politica non ha potuto (o voluto) porre rimedio.

Le soluzioni “innovative” dei partiti sarebbero invece il ponte sullo Stretto, un’opera che non si farà mai e che fa sparire il problema della rete ferroviaria e autostradale siciliana, oppure adeguare gli stipendi su base territoriale. Peggio ancora sono le politiche di autonomia regionale che creeranno un federalismo per ricchi. Come risposta a quest’ultime non è raro trovare ormai chi grida populisticamente a una secessione meridionale. Questa forma di reazione “neosudista” è frutto di letture sbagliate della storia risorgimentale e postrisorgimentale oltre che della stereotipizzazione subita. Essa genera un misto di vittimismo e autoassoluzione, ma è anche privo di valide offerte per il presente e di elaborazioni per un futuro che, vista la forte emigrazione e perdita di capitale sociale, appare a tinte fosche soprattutto se lasciato in mano ai fantasiosi neoborbonici: eppure il poco interesse nazionale verso il Meridione crea questi cortocircuiti.

Benché il quadro generale sia poco rassicurante ci sono ancora delle speranze. Questa terra sembra soffrire ciclicamente di qualcosa, al punto che la precarietà diventa una sorta di modus vivendi che altrove provocherebbe ansia costante. Lo spirito meridionale ha mostrato una grande capacità di adattamento. Questa però non può concepire una crescita economica. Senza l’intervento statale il Sud rischia di rimanere come il cristo in questa immagine di copertina: un inaspettato e affascinante murales che appare tra e macerie di Cavallerizzo, una frazione di Cerzeto in provincia di Cosenza. Un luogo distrutto da una frana. Cavallerizzo e il murales e sono un simbolo di quello che poteva essere e non è stato: sono, in sintesi, una metafora di fascino e abbandono.

In parte tratto da HuffPost

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TERRANOSTRA | NEWS
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti

ads03

fb_like3

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO. METTI UN MI PIACE!

DIVENTA FAN DI TERRANOSTRA NEWS SU FACEBOOK