Cinque minuti e trentasette secondi di conversazione. Tanto dura la telefonata del 24 luglio 2021 con papa Francesco che il cardinale Angelo Becciu avrebbe registrato all’insaputa del pontefice. La trascrizione integrale della registrazione del colloquio – avvenuto solo dieci giorni dopo le dimissioni di Bergoglio dall’ospedale dove aveva subito una complessa operazione – è contenuta in un’informativa della Guardia di finanza di Oristano, esaminata dall’AdnKronos. La registrazione – un file generato alle 14.25 del 24 luglio da un dispositivo in piazza del Sant’Uffizio – è stata rintracciata dalla Guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Sassari sulla Caritas di Ozieri, su due telefoni e un tablet appartenenti a Maria Luisa Zambrano, indagata, amica di famiglia dei Becciu.
La voce della Zambrano, che avrebbe svolto «un ruolo attivo nella realizzazione delle operazioni di registrazione», si sente anche sulla traccia, pochi minuti prima dell’inizio della conversazione tra il papa, chiaramente sofferente per i postumi dell’intervento, e Becciu. Scambio avvenuto verosimilmente tra due telefoni di rete fissa. Nella registrazione a un certo punto si sente anche una voce maschile in sottofondo, che sembra dire «mi faccia sentire». Non è chiaro a quale dei due interlocutori sia vicino il quarto partecipante.
Il papa: «Quello si mi ricordo vagamente ma ricordo sì, ce l’avevo sì». Becciu: «Eh…». Il papa: «Ma per essere preciso ….ho voluto…. eh… chiedere bene bene come erano le cose… ho scritto quello no?» Il cardinale Becciu: «Sì, però mi ha scritto le accuse cioè …eh la teoria dei magistrati, cioè loro mi accusano che ho imbrogliato lei, che non era vero che io ero stato da lei autorizzato a fare queste opere, e quindi lei condivide le accuse dei magistrati ed io come posso difendermi se lei già mi accusa così …Mi hanno scritto cioè la lettera e proprio giuridica in cui sono le stesse frasi, stesse idee che mi trovo nell’atto di giudizio che mi porta in processo e quindi lei condivide quelle quelle accuse eh… Lei mi ha sempre detto che è al di sopra non vuole interferire…». Il papa: «Lo sono al di sopra, facciamo una cosa…». Becciu: «Sì… ». Il papa: «Su questo perché non mi dà un testo scritto, perché io devo consultare prima di scrivere, no? Mi invia uno scritto, si narra tutto questo e facendo un’altra relazione». Becciu: «Sì, perché io gliele avevo mandate quella dichiarazioni, forse non sono piaciute non lo so; perché a me basterebbe che mi annullasse questa lettera, poi se mi vuol dare dichiarazioni, bene … cioè dire “ecco, ho autorizzato monsignor Becciu quando era sostituto a fare queste operazioni”, a me basterebbe quello… ». Il papa: «Mi scriva tutto questo, mi fa il favore perché..». Il cardinale Becciu: «Eh…».
Il contesto della telefonata è stato spiegato da Diddi, il quale ha riferito che il cardinal Becciu con altre tre persone, una delle quali la nipote dello stesso porporato, Maria Laura Zambrano, nella giornata del 24 luglio 2021, a venti giorni dall’uscita di papa Francesco dall’ospedale, telefonò direttamente al pontefice per chiedergli sostegno e soprattutto la conferma che era stato lui ad autorizzarlo a pagare il riscatto per la liberazione della suora colombiana Cecilia Narvaez Angori.
Fonte Il Corriere