Un’altra eredità del Covid-19, di lunghi mesi passati in casa, di tanto (troppo?) tempo speso di fronte a display di ogni dimensione e a ogni distanza, è quella della miopia. In particolare fra i bambini. Un programma di ricerca permanente di Hong Kong, il Children Eye Study lanciato appunto per monitorare la vista dei bambini fra i 6 e gli 8 anni, ha appena pubblicato i risultati relativi alle fasi dello scorso anno, quelle fra dicembre 2019 e agosto 2020. Quando in molti paesi asiatici, come d’altronde nel resto del mondo, furono applicate durissime misure restrittive e di isolamento casalingo per arginare quella che, con gli occhi di oggi, vediamo come prima ondata di Sars-CoV-2.
Ebbene in quei mesi, il 19,5% dei 709 ragazzi coinvolti nell’indagine permanente, quasi uno su cinque, ha ricevuto una diagnosi di miopia. I dati, pubblicati sul British Journal of Ophtalmology, segnalano dunque un’impennata rispetto ai mesi precedenti. Ad esempio, per i bambini di 6 anni si è passati da un’incidenza del 17% in un anno prima della pandemia e delle misure a cui siamo stati sottoposti al 28% del 2020. Non a caso, è crollato il tempo trascorso all’aperto: da un’ora e un quarto a 24 minuti al giorno. Mentre di fronte allo schermo i bambini ci sono rimasti ben 7 ore dalle 2,5 precedenti, anche a causa della didattica a distanza.
Sono ovviamente fattori che possono aver influito in maniera decisiva in questo aumento. Secondo Matteo Piovella, della Società italiana di oftalmologia (Soi) sentito da Repubblica, «la luce del Sole ha un meccanismo positivo che previene la miopia. E gli schermi affaticano i meccanismi di accomodamento dell’occhio responsabili della messa a fuoco». Per questo occorre tenere lo schermo ad almeno 40 centimetri di distanza, fare una pausa anche molto breve ogni 20-30 minuti, guardando lontano.