E’ stata celebrata ieri, presso il tribunale Napoli nord di Aversa, l’ennesima udienza del processo Pip. In aula sono rientrati alcuni dei difensori degli imputati che pochi giorni fa avevano deciso di abbandonare le difese. Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Chiaromonte erano schierati gli avvocati Savella, Montone, Esposito, Della Pietra e Briganti. Non c’erano, invece, Antonio Maiello e Paolo Trofino, avvocati dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, difesi da un legale d’ufficio.
Un’udienza, quella di ieri, che agli occhi di qualche disattento potrebbe sembrare interlocutoria. Così non è stato, in realtà, perché qualche testimone (erano testi della difesa) ha fornito (in un modo o nell’altro) qualche utile spunto di riflessione.
Sono stati ascoltati, tra gli altri, alcuni proprietari dei terreni, espropriati una decina di anni fa, su cui sorge attualmente il complesso industriale di Marano. In aula c’era anche qualche affittuario dei capannoni realizzati dalla Iniziative industriali di Sant’Antimo. Almeno due i racconti più significativi. Uno dei testimoni, ascoltato su richiesta dei difensori di Salvatore Polverino e Antonio Visconti, entrambi imputati a piede libero, ha raccontato di aver interagito con l’agenzia Leti immobiliare di Marano e poi successivamente e sempre con Visconti per il fitto del capannone di proprietà della ditta Il Vostro Fornaio (di proprietà di Visconti e altre persone) e di aver sempre corrisposto il dovuto (canone di fitto) allo stesso cugino di Polverino Salvatore. E per le problematiche tecniche riguardanti i capannoni, invece, di essersi rivolto all’ingegnere Oliviero Giannella, anch’egli imputato ai domiciliari, su indicazione di Visconti e dell’agenzia immobiliare Leti.
Un altro teste, uno dei proprietari dei terreni di via Migliaccio, ha riferito di essere stato al corrente che molti anni fa a San Rocco, frazione di Marano, si erano tenute riunioni per discutere sugli espropri che il Comune avrebbe dovuto fare da lì a poco. Il signor Luigi Chianese ha evidenziato di non aver presenziato a tali riunione, ma di essere stato informato da un maresciallo dei carabinieri, un cliente di Giannella, e di aver in qualche occasione interagito con l’agronomo Paolo Di Maro, per le verifiche di una particella di terreno di cui era proprietario. Il teste ha anche dichiarato di essere stato poi liquidato dalla Cesaro Costruzione mediante assegni bancari.
Il titolare di un’impresa edile, che aveva effettuati alcuni lavori nel capannone del Vostro fornaio, ha invece dichiarato, rispondendo alle domande del giudice Chiaromonte, del pm Visone e degli avvocati difensori, di aver lavorato su un progetto redatto da Giannella e di aver eseguito diversi lavori per conto di Salvatore Polverino, tra cui quelli di un supermercato nella zona di San Rocco, al civico 393. Di aver inoltro incrociato Polverino un paio di volte nei cantieri e di aver in qualche occasione interagito con lui sull’andamento dei lavori.
Di non poco conto le dichiarazioni rese dal geometra Giovanni Silvestri, ancora in servizio presso l’ufficio urbanistica del comune di Marano, e dell’ingegnere Gianluca Buonocore, ex dipendente dell’ente maranese, attualmente in servizio presso il Comune di Napoli.
A Silvestri è stata mostrata una pratica propedeutica al rilascio di un Pdc (permesso di costruire) di uno dei capannoni dell’area industriale, nell’anno 2009 al vaglio degli uffici comunali. Il geometra ha spiegato l’iter seguito dagli uffici (dall’arrivo della richiesta del Pdc al Comune e fino al rilascio dell’atto) e quale ruolo avesse avuto in quegli anni proprio in relazione alla vicenda Pip. Ha dichiarato di essere stato, per qualche mese, responsabile del settore urbanistica, con incarico affidatogli dall’ex dirigente Giovanni Micillo.
In particolare Silvestri, sollecitato dalle domande del giudice Chiaromonte e del pm Visone, ha ricordato che il dirigente Gennaro Pitocchi, subentrato a Micillo, il 17 aprile del 2009 avocò a sé tutti i procedimenti relativi ai permessi da rilasciare per i capannoni del Pip. A sua memoria, secondo quanto dichiarato dal geometra del Comune, Pitocchi non fece altre avocazioni per ulteriori procedimenti tecnici. Il dirigente, avocato a sé i procedimenti, rilasciò poi in una sola giornata una ventina di permessi a costruire le cui pratiche giacevano negli uffici da diverso tempo.
Quelle pratiche trasferite a Pitocchi, e quindi tolte al rup Buonocore e al responsabile di settore Silvestri, erano in alcuni casi quasi complete sotto il profilo dell’istruttoria e in altri no. Per Silvestri quella scelta adottata da Pitocchi, ovvero di avocare a sé tutti i procedimenti, fu – a suo avviso – “inusuale”. Aniello Cesaro, con una dichiarazione spontanea, ha invece evidenziato che le pratiche erano corredate dal parere di conformità.
Molto più ricca di “non ricordo”, invece, la testimonianza dell’ingegnere Buonocore, che ha dichiarato di essere stato a lungo presso il comparto urbanistica del Comune di Marano, fin dall’anno 2000. Nel 2009 era il responsabile unico dei procedimenti attinenti al rilascio dei permessi per i capannoni del Pip. Buonocore ha riferito di non ricordare che Pitocchi rilasciò i permessi in un’unica giornata. E di non ricordare di aver avuto uno scontro verbale con Aniello e Raffaele Cesaro, presso l’ufficio tecnico del Comune di Marano, quando i due imprenditori si sarebbero lagnati dell’eccessivo lasso di tempo impiegato dagli uffici per vagliare le pratiche già da tempo pervenute al Comune.
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