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Sarà un decreto. E potrebbe arrivare a ridosso della seconda tornata delle elezioni amministrative. È pronto il piano del Viminale sulla sicurezza urbana. Un provvedimento che concede maggiori poteri ai sindaci e un più forte coordinamento dello Stato in materia di tutela della sicurezza delle città e del decoro urbano in modo da colpire soprattutto chi abusa della movida. E contempla la possibilità di “ordinanze stabili”, cioè che non possono essere impugnate di fronte ai tribunali amministrativi, anche se su questo i giuristi non sono affatto d’accordo.
Non è ancora chiaro se il decreto del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, verrà presentato nel prossimo Consiglio dei ministri o in quelli successivi. Nel corso dell’ultimo incontro tra i due il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe espresso perplessità rispetto all’ipotesi di intervenire prima dei ballottaggi. L’impianto è già stato concordato con l’Anci e il testo, formato da una ventina di articoli, prevede svariate novità. C’è il Daspo contro spacciatori, parcheggiatori abusivi e l’«accattonaggio invasivo». C’è il divieto di manifestazioni in luoghi particolari senza l’avallo del Viminale. E la possibilità di emettere ordinanze urgenti.
La sicurezza viene vista come «bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città». E viene perseguita anche «attraverso la riqualificazione e il recupero dei siti più degradati, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione, la prevenzione della criminalità. In particolare quella di tipo predatorio, dei fenomeni antisociali e di inciviltà». L’intento dichiarato del provvedimento è quello di avere «strumenti adeguati per garantire una serena convivenza nelle nostre città».
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