Dal Centro Radiologico della Ricerca Medica Nazionale del Ministero della Salute russo arriva la notizia della prossima disponibilità del vaccino antitumorale. Gli scienziati della Russia hanno sviluppato un vaccino a mRNA contro il cancro, disponibile già nel 2025. Il vaccino introduce nell’organismo molecole di mRNA capaci di portare il sistema immunitario a riconoscere specifiche proteine tipiche delle cellule tumorali. Il progetto è stato presentato da Andrey Kaprin, direttore del Centro di Ricerca Medica in Radiologia del Ministero della Salute russo. Il microbiologo Alexander Gintsburg, direttore del Centro di Ricerca Nazionale per l’epidemiologia e la microbiologia di Gamaleya, ha affermato che il vaccino è capace di sopprimere la crescita dei tumori e prevenire le metastasi.
Questo vaccino non è un trattamento generico, ma personalizzato. Il processo inizia con la raccolta dell’RNA dalle cellule tumorali del paziente; il materiale genetico viene utilizzato per creare molecole sintetiche di mRNA; una volta introdotte nel paziente, inducono la produzione di proteine tumorali, attivando risposta immunitaria; il vaccino educa quindi a riconoscere e distruggere le cellule tumorali specifiche. Qui entra in campo l’Istituto di Ivannikov con l’Intelligenza Artificiale, che analizza i dati generici del paziente, accelera il processo e garantisce una precisione elevata del trattamento.
Ora, la domanda che tutti pongono: quando saranno somministrati ai primi pazienti? Per l’mRNA personalizzato del Gamaleya, il cronoprogramma annunciato (il 3 agosto) suggerisce l’avvio a breve dei trial con arruolamenti limitati e criteri selettivi, inizialmente sul melanoma. Per EnteroMix, la fase di somministrazione sperimentale è già iniziata: i dati che arriveranno su sicurezza e primi segnali di efficacia determineranno la velocità e l’ampiezza dei passi successivi. Tradotto: l’accesso immediato riguarderà solo i partecipanti ai trial nei centri designati; la diffusione più ampia dipenderà dai risultati, dalle autorizzazioni e dalla capacità produttiva.
Forse un confine chiaro tra speranza e realtà: la speranza è fondata su una logica scientifica robusta — neoantigeni, mRNA, virus oncolitici — e su risultati preclinici convincenti; la realtà chiede evidenze cliniche, endpoint raggiunti, gestione degli effetti collaterali e replicazione dei dati. È giusto emozionarsi, è saggio restare esigenti. In questo equilibrio sta la vera forza della medicina che avanza.
Se stiamo valutando percorsi sperimentali, parliamone con l’oncologo curante: chiediamo dei criteri di inclusione, del razionale biologico per lo specifico tumore, degli obiettivi dello studio e dei possibili rischi. È così che la scelta diventa consapevole, senza fretta ma senza rinvii inutili. Continueremo a seguire l’evoluzione dei nuovi vaccini russi contro il cancro — dall’mRNA personalizzato del Gamaleya a EnteroMix oncolitico — resteremo connessi alle fonti ufficiali dei centri coinvolti e alle pubblicazioni scientifiche: ogni aggiornamento può trasformarsi nella tessera mancante di un puzzle decisionale.
Concludiamo dicendo che i nuovi vaccini russi contro il cancro non sono un annuncio vuoto: sono progetti concreti che entrano (o stanno entrando) nelle corsie dei trial clinici. La loro promessa non è “guarire tutti”, ma offrire opportunità nuove e mirate laddove oggi servono con più urgenza. Ed è proprio questa combinazione di rigore e coraggio a rendere la storia degna di essere seguita, passo dopo passo.
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