LA CAMPANIA E’ UN CASO. REGIONALI E IPOTESI RINVIO, FDI E DONZELLI SEMBRANO GIOCARE PER DE LUCA. PARTITO MORBIDO ANCHE CONTRO LE AMMINISTRAZIONI LOCALI PD, UN DISASTRO

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Timide, ma non troppo, le speranze di Vincenzo De Luca e Luca Zaia per un possibile rinvio delle elezioni regionali. E ancora una volta a fare da sponda è Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, già protagonista mesi fa della discussione — poi abortita — sul terzo mandato per i governatori. Ieri è stato lui ad aprire, almeno in parte, all’ipotesi di uno slittamento del voto.

«Occorre ritrovare un modo di riallineare le elezioni. È un tema che obiettivamente c’è», ha dichiarato Donzelli. Parole che arrivano in una fase politica delicata, proprio mentre De Luca alza la voce sul rischio di paralisi amministrativa se si votasse in autunno, causa bilanci da approvare. Ma al di là delle giustificazioni tecniche, la partita è tutta politica.

E qui sorge una contraddizione che merita di essere sottolineata: Fratelli d’Italia, partito al governo e che si proclama garante della stabilità istituzionale, sembra strizzare l’occhio a un’operazione che finisce per agevolare proprio chi, come De Luca, è in piena guerra aperta con il governo Meloni. Un cortocircuito evidente, specie se si considera che solo pochi giorni fa il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva liquidato l’ipotesi rinvio con un netto: «Non credo proprio serva».

Il punto è che l’argomento “tecnico” del bilancio, agitato da De Luca, non convince tutti. Lo stesso leader di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, ha replicato seccamente: «Nel 2024 in Emilia-Romagna si vota il 18 novembre. Non mi pare che ci siano stati problemi sui bilanci. De Luca chiami Stefano Bonaccini e si faccia spiegare come si lascia una Regione a fine mandato».

Ma la vera frattura emerge dentro il centrosinistra: De Luca, Zaia e Fedriga (questi ultimi della Lega) sembrano convergere sulla linea del rinvio, mentre altri governatori, anche del Pd, vogliono il voto nei tempi costituzionali. Eugenio Giani, presidente della Toscana e anch’egli in scadenza, non le manda a dire: «La Toscana andrà al voto il 12 o il 19 ottobre. La democrazia non si posticipa per convenienza».

De Luca, fedele al suo stile caustico, ha replicato: «Chi vuole anticipare lo fa solo per paura di essere messo in discussione, tipo Toscana per intenderci». Il governatore campano, oltre al tema delle urne, ha approfittato dell’occasione per togliersi altri sassolini dalla scarpa. Ha lamentato di aver appreso «dai giornali» dell’assegnazione dell’America’s Cup a Napoli: «Per delicatezza hanno pensato di non disturbarmi, forse credevano che Napoli fosse in Scandinavia».

E ha aggiunto un’altra frecciata sul teatro San Carlo, ancora senza sovrintendente: «Ci auguriamo che ci sia la scelta di una personalità competente». Un messaggio diretto al Comune e al ministero della Cultura.

Tornando al nodo elettorale, resta il sospetto — più che fondato — che l’ipotesi di rinvio serva ad allungare artificialmente la vita politica di alcuni presidenti di Regione ormai a fine corsa. E che, tra logiche di potere e alleanze sotterranee, Fratelli d’Italia non sia così estranea a certi giochi. In nome dell’“atteggiamento laico” evocato da Donzelli, si rischia di trasformare una questione istituzionale in un favore di parte.

Tanto più se si guarda alla situazione campana, dove Fratelli d’Italia è ben lontana dal rappresentare un’alternativa credibile a De Luca. Alle ultime amministrative ha subito sconfitte quasi ovunque, con candidati deboli e gruppi dirigenti locali spesso inadeguati al compito. Il partito, sul territorio, è attraversato da lotte intestine e privo di una linea politica chiara. In alcune giunte comunali sembra addirittura organico al Partito Democratico, con assessori e consiglieri che non solo evitano lo scontro, ma si dedicano a “lisciare il pelo” ad alcuni sindaci di centrosinistra, in nome di una malintesa convivenza istituzionale che sa più di convenienza personale che di opposizione politica.

Per un partito che ha fatto della discontinuità e del rispetto delle regole il proprio mantra, non è esattamente un bel segnale. E l’impressione è che, pur di non disturbare gli equilibri locali o rompere con la Lega, Fratelli d’Italia finisca per sostenere — più o meno apertamente — proprio quelle rendite di posizione che dovrebbe combattere.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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