Il tema della presenza della criminalità organizzata a Pomigliano d’Arco lo scorso maggio innescò un “botta e risposta” tra il sindaco della città Raffaele Russo e Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. Oggi i carabinieri e la Dda di Napoli hanno assestato un duro colpo alla camorra locale arrestando 27 presunti affiliati ai gruppi criminali rivali “Ferretti” e “Cipolletta” in lotta per il controllo del territorio e del mercato della droga, ritenuti, tra l’altro, responsabili di azioni di fuoco, incendi e tentati omicidi. Alla dichiarazione resa dal primo cittadino Russo («nella mia città non c’è alcun clan camorristico»), la presidente Colosimo replicò invitandolo a una «maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno» mafioso. Ma la genesi della vicenda risale alla fine di aprile 2024, quando il deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, annunciò un’interrogazione parlamentare per chiedere una commissione d’accesso al Comune che riteneva «sotto attacco della criminalità». Il sindaco replicò annunciando la convocazione della Giunta Municipale per procedere alla querela nei confronti del deputato «per la tutela della dignità della città di Pomigliano d’Arco». La commissione d’accesso poi è stata nominata, l’11 dicembre scorso, e i suoi lavori sono tuttora in corso.
L’AFFONDO DI GRATTERI
«Il sindaco di Pomigliano ha detto che da decenni non c’era camorra a Pomigliano: lui è stato sindaco più volte, certificò che nel suo comune non c’era la camorra, mi pare che sia stato smentito». Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare il blitz anticamorra. Il generale Biagio Storniolo ha ricordato che ci sono state «diverse proposte di interdittive antimafia riguardanti imprese della zona. Credo che il fumus commissi delicti sia stato validato, almeno a livello investigativo
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