Il Premio Piersanti Mattarella “Il recupero del senso del dovere” (VIII edizione, ndr) è andato in scena nella splendida location della Sala della Protomoteca del Campidoglio sabato 30 novembre ed è stato dedicato alla memoria delle scorte, vittime delle strage del 1992 in Sicilia, per colpire i due super magistrati come Falcone e Borsellino.
Dopo la premiazione come finalista del 2016, per un articolo a sua firma su “La Repubblica” (Io, un cittadino vittima dei soprusi della pubblica amministrazione, ndr) Ernesto Russo vince la Sezione Inediti del prestigioso concorso in memoria del compianto Presidente della Regione Sicilia, con “Delitto Vesuviano”. Un riconoscimento che bissa a breve tempo il non meno prestigioso “Premio Caravaggio” ricevuto nello splendido scenario dell’Argentario in località Porto Ercole nello scorso mese di Ottobre, con l’altro suo inedito “Romanzo Vesuviano”.
“Due generi completamente diversi tra di loro, che hanno in comune solo parte del titolo. E che continuano a piacere in vari concorsi in tutta Italia (sesto riconoscimento in totale, ndr). Con la speranza che presto possano diventare editi. Esco con questo nuovo racconto, perché ho voluto cimentarmi con la fantasia in un nuovo mondo: quello del giallo poliziesco. Con storie nate dal nulla, anche se in gran parte possono sembrare vere, i personaggi come in tutti i romanzi, sono inesistenti ed eventuali omonimie puramente casuali.
Da piccolo sognavo di fare “il poliziotto” e stare dalla “parte buona”: in quella parte buona in effetti ci sono stato, ma da semplice cittadino.
Per fare il Poliziotto mi è mancata solo la divisa, almeno quella intesa come abbigliamento,
perché quella morale l’ho avuta sempre attaccata sulla mia pelle, sin da bambino: i miei genitori mi hanno saputo indicare la strada giusta da seguire nella vita.
Con questo “Delitto Vesuviano” ho voluto anche evidenziare il grande lavoro che svolgono gli uomini dello Stato per arrivare ad assicurare alla Giustizia i colpevoli di un delitto.
Lo scenario e quello di una Volla degli antichi Casali, un tempo immersa in sterminati campi verdi, oggi purtroppo invasa dal cemento in gran parte speculativo. La ricerca del facile guadagno ha prodotto innumerevoli guasti nella società: il mio intento è
quello di rammentare ai giovani che la vita vera è spesso duro impegno e immenso sacrificio, e di lasciar stare quelle scelte che ti portano al denaro facile. E proprio su questo, nel mio piccolo, voglio dedicare questo riconoscimento a Santo Romano. Un ragazzo onesto ammazzato di recente per un’assurdità nella vicina San Sebastiano al Vesuvio, non a caso proprio da chi sceglie di intraprendere la via del denaro facile.” ci esterna Russo.
La serata di premiazione sotto l’attenta regia del dottor Orazio Santagati, ideatore del Premio e Presidente della “Onlus Memoria nel Cuore” si è svolta alla presenza di varie personalità politiche e culturale, tra gli altri quella della Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, che ha voluto ricordare i ragazzi delle scorte dandogli la loro dignitosa identità nel pronunciare i nomi, e non citarli come comuni Agenti di Scorta.
Come è stata commovente la testimonianza dell’Agente Giuseppe Costanzo, l’unico
sopravvissuto nella Quarto Savona Quindici, grazie al dottor Falcone che sceso dall’aereo aveva una gran voglia di mettersi alla guida.